Wednesday, October 10, 2007

The Bornemisza Ultimatum

si, la scorsa domenica siamo stati al museo thyssen-bornemisza. a parte il nome impronunciabile di questo simpatico barone vi voglio rendere partecipi del mio straniamento a leggere l'incipit della sua biografia su wikipedia, e cito:
"Baron Hans Heinrich von Thyssen-Bornemisza de Kászon (2 April 192126 April 2002), a noted industrialist and art collector, was a Dutch-born Swiss citizen with a Hungarian title, a legal resident of Monaco for tax purposes, with a declared second residency in the United Kingdom, but in actuality a long-time resident of Spain. His fifth and last wife, Carmen "Tita" Cervera, is a former Miss Spain."
allora, vediamo se ho capito bene, questo tipo è uno svizzero che nasce in olanda con in testa un titolo ungherese ma per evadere il fisco (il fisco svizzero, non quello italiano, che lo evade chiunque) prende una residenza a monaco di facciata, una residenza in inghilterra per diletto ma passa la sua vita in spagna dove finisce al fianco di un'ex indossatrice svanita che si chiamerebbe carmen ma si fa chiamare tita.
ora, mi chiedo, ma che ci sono andato a fare?
e sopratutto, ma può un museo nato sotto tali alti auspici, continuare a farsi pagare 6 euro ogni volta che uno c'entra? certo che può. ed il perché è finalmente evidente.
una volta passata la biglietteria, comincia subito la sofferenza. sulla parete destra del grande atrio pre-museo si stagliano una serie di 4 ritratti di dimensioni considerevole, tipo una volta e mezzo la grandezza naturale. i primi due sono del re e della regina. abbastanza brutti e per niente flattering. con quello sfondo multicolore tipo maglietta decolorata con la candeggina. leggendo le didascalie scopriamo che li ha fatti un tale artista nei primi anni '90.
già un po' perplessi, ci avviciniamo agli altri due. il barone e la baronessa. lui in doppiopetto scuro, raggiante e industriale, sospeso nel medesimo sfondo multicolore. lei in un costume bianchissimo da fata con finte ali da fata e sorriso da barbie scaduta. ai suoi piedi, un barboncino, anche bianco. stesso pittore, 1989. Oh. My. God.
passiamo il blocco del controllo biglietti. saliamo le scale fino al secondo piano, per cominciare la visita dai dipinti e le tavole più antiche, Quattro e Cinquecento, italiano, tedesco, olandese. e poi a salire nei secoli, fino al XVIII. qua e là, strani pezzi di artsti minori che sembrano scimmiottare celebri artisti maggiori. qualche pezzo mai visto di artisti grandissimi, che, in alcuni casi sorprende (guarda che bello, non l'avevo mai visto da nessuna parte), in altri lascia un po' freddi (forse se non l'avevo mai visto c'era una ragione, ma poi, sarà davvero suo?).
scendiamo le scale e continuiamo con l'impressionismo. c'è qualche bel quadro. e un bel po' di roba raccattata. di nuovo alcune copie di grandi, fatte da piccoli.
siamo un po' stanchi, ma non per colpa della collezione, più che altro per colpa dei passi avanti e indietro, dello stare in piedi, del mal di testa da ingestione di troppo materiale visivo tutto assieme. torniamo al piano terra. e passiamo dal gift shop. come ovvio, hanno messo quadri su qualsiasi cosa. e la gente se ne abbuffa. chi non vorrebbe le cioccolate con l'incarto a base di rinascimento? come non bere il té nei quadri di Kandinsky? arte per tutti i gusti.
forse il motto giusto per questo thyssen. non si può essere sempre snob. anche il contribuente di Monaco con la fata col cane da pedata deve poter selezionare il meglio dell'arte per noialtri mortali.

3 comments:

Anonymous said...

E tutto questo solo perchè hai voluto laurearti su David Lynch.
D.

MEO said...

mo sono perso...... guardati la mia ultima idea e dimmi che ne pensi http://meoutfit.blogspot.com/

Anonymous said...

http://www.corriere.it/cronache
/07_ottobre_19/festa_nazista.shtml

gente di merda, direi, questi bornemisza.
D.