Saturday, November 26, 2005

il logo della thai airlines non lascia a desiderare

sembra che ovunque vada, appena accendo il portatile le lucine cilestrine della connessione di rete lampeggiano gia’ ricevendo e inviando pacchetti di informazioni. sara’ fortuna, o il mondo e’ diventato un posto meraviglioso traboccante di reti wi-fi che aspettano solo di essere scroccate. ma dico io, una password, una crittografia anche del cavolo, non ce la mette nessuno a queste reti?
speriamo, comunque, che continuino cosi’.

Dopo le 6 ore di volo da Kuwait City a Bangkok eravamo esausti. sicuramente sarebbe stato peggio se le ore del viaggio (11) fossero state tutte di fila. dopo aver visto due film del cavolo (
Bob the Butler con Tom Green e' una chicca, Bewitched di Nora Ephrom e' inguardabile, ma chi la fa ancora lavorare quella donna? e quella povera Nicole Kidman non aveva altro da fare che due film del cazzo come The Stepford Wives e quest'ultima meraviglia? mi rifiuta di fare Manderlay di Von Trier per quelle cazzate? ma andiamo...) dicevo, dopo aver visto due film, anzi 4 film in tutto che fa uno sull'aereo? jumping out sure comes to mind.

arrivati a Bangkok facciamo una fila di un'ora al banco dell'immigrazione. ad ogni banco hanno una webcam e mentre ti fanno compilare il foglietto con i dati del tuo soggiorno ti fanno fare un passo indietro e scattano una foto: che simpaticoni. hanno voluto per forza che specificassimo un recapito in thailandia, anche a costo di darci una guida degli hotel di bangkok e farcene scegliere uno a caso. ho scelto il Fortuna, il nome suonava ominoso, ma insomma. lo consiglio a tutti. e forse un giorno ci andro' davvero.

dopo un bel po' di richieste di informazioni e tante camminate per il terminal dei voli internazionali, un'anima pia della Thai Airlines ci ha svelato l'arcano: per prendere il volo domestico (Bangkok-Chiang Mai) bisogna prendere un autobus e farsi portare all'altro terminal, quello delle partenze domestiche. chi lo avrebbe mai detto. la' compriamo il biglietto, tutto sommato non troppo caro. ma e' un'altra ora e mezzo di volo, altri pasti in monoporzione e altri succhi di frutta e altro te' o caffe' (mai scegliere il caffe', under any circumstances). in compenso e' cibo finto-thai e ci danno una scatolina piccola piccola di piccoli frutti secchi (sono tipici). si chiamano Longan. io, mai sentiti. una specie di uvetta incrociata col dattero e le albicocche. ma grande come l'uvetta. si', ne puoi mangiare 3.

arriviamo a Chiang Mai e se e' caldo. 30 gradi, umido. ma non tanto quanto Bangkok. prendiamo un taxi (o finto taxi che sia) che per 120 baht (euro 2.40) ci porta nei pressi dell'indirizzo che gli abbiamo mostrato. cerchiamo una certa Giant House, una guest house dove gia' si dovrebbe trovare il padre di Shanti. il tassista non sa dove sia. giriamo in torno per un po'. nessuno sembra averla mai sentita nominare. ovvio. ci facciamo lasciare in un punto qualsiasi e proseguiamo a piedi, con buona pace (velata di dispiacere per non essere stato utile) del tassista.

ci troviamo nel Soi (vicolo) numero 6, una delle tante perpendicolari alla via principale, Muang Road. ci inoltriamo fino a trovare uno dei numerosi internet cafe'. per 5 baht (10 cent di euro) googleiamo Giant House e viene fuori un indirizzo. si trova nel Soi 6, neanche a farlo a posta. e' infatti neanche 100 metri piu' avanti. ovvio.



il padre di shanti non e' in stanza (il dottor thomas non e' in sede). prendiamo una stanza anche noi e riusciamo per fare un giro e cercare i fondamentali: carta igienica, shanpoo e infradito (per la gioia di personaggi del calibro del Meo, della Natalia, e del Jaco). le trovo nere, le infradito. ma tentenno sull'acquisto, l'investimento si prova in effetti oneroso: 59 baht (poco piu' di 1 euro). belle le mie hawaiianas.

urli dalla finestra e sudori estivi,
michael

ps. dov'e' la birra?

Friday, November 25, 2005

l'importante e' scroccare reti senza fili, shukran.

ma cari,

tanto per non perdere l'abitudine, scrivo subito due righe da Kuwait City, o meglio dal suo aeroporto.
buio, pezzole bianche, deserto con bassi cespugli bassi.
siamo arrivati da poco. ancora due ore in questo aeroporto e poi si riparte per Bangkok. altre sei meravigliose ore di viaggio aereo intervallate da film su miniteleschermi che si sentono male e si vedono peggio. panni caldi (uno), cibi che restano stranamente bollenti per ore, anche dopo averli gia' mangiati. la prima classe e' un'altra cosa. appunto, ci sara' un motivo per cui non la prendiamo.

ampi gesti con la mano ad indicare ammirazione e sfrontatezza a tutti voi in ascolto,
michael (shanti shantizzato)