Thursday, September 27, 2007

idee per orchi


sembra proprio che si siano decisi a darmi un lavoretto.
passo indietro. qualche giorno fa ricevo, finalmente, una email dal buon Simon, supervisore dei centri Berlitz di Madrid. stavo aspettando da giorni una sua risposta in merito ad un possibile lavoro da fare per 3 ore al giorno (per insegnare inglese, ovvio). Simon dice che nel centro di Gran Via non ci sono posizioni disponibili. (niente da fare allora). aggiunge che forse c'è qualcosa negli altri centri e inoltrerà il mio CV e le mie velleità ai direttori di detti centri. (allora mi sa che non c'è proprio niente da fare).
oggi, invece, mi scrive Eva, direttrice di uno dei centri menzionati da Simon. dice che, se volessi, potrei insegnare 4 ore al giorno, nel pomeriggio-sera, in una compagnia. dice di chiamarla al telefono.
la chiamo. la compagnia è la Canon. 16 ore la settimana. venerdì libero. buono. dico, OK.
lunedì vado a parlare con lei e un'altra direttrice.
il tutto comincerebbe non prima del 22 ottobre. esattamente come il mio corso di design. coincidenza?
nella speranza che per natale regalino stampanti laser a colori o macchine fotografiche D5 comprese di obiettivi, aspettiamo gli sviluppi.
oggi tornano (anzi, sono appena tornati) i nostri coinquilini. urgeva quindi un lavaggio di piatti e un generale riassestamento della casa. ci siamo accorti che, se lasciati da soli, qui diventa rapidissimamente un gran casino. robe e cose ovunque. bicchieri, vestiti alle sedie, fogli, bustine di tè, scarpe qua e là, elettronici aggeggi diffusi come influenze in inverno. l'importante è trovare un buon equilibrio tra ordine e caos. o forse nel mio caso, caos logico e caos.
basta grecismi.
domani arrivano i miei. breve gita all'aeroporto di barajas. forse potrei anche passare da Chamartin, prima di andare là. perché Chamartin? perché è una delle due grandi stazioni di Madrid e trattasi pure di quella alla quale siamo arrivati, ormai quasi un mese fa, col treno da Santander. non ricordo se l'ho già scritto, ma io su quel treno c'ho lasciato gli occhiali. dove li posso appoggiare? mettili lì, nell'elastico portarobe a lato del letto. già! spettacolo quest'elastico, ci stanno precisi.
il mattino dopo, ore dopo l'arrivo, in metropolitana. ci vedo un po' sfuocato. forse farei meglio a mettere gli occhiali...
appunto.
quindi è meglio se tento ancora (cfr. vampire in film orribile: Van Helsing) e torno per la seconda volta all'ufficio Objectos Perdidos. stavolta magari me li ridanno.
ps. nella foto, la nuova abitante della nostra casa. ci vuole sempre più bianco.

Tuesday, September 25, 2007

piedi in pasta un po' ovunque



che letto veloce sarebbe: Atte(shtefano). buon compleanno A TE, AtTEshtefano. come vedi qui delle ricorrenze ce ne dimentichiamo e poi, quando finalmente cerchiamo di rimediare, mandando i nostri sinceri auguri, facciamo un po' le cose coi piedi.
volevo mandarti la foto di una torta mimosa, ma, come ben saprai, la succursale del Denis a Madrid è in via di ristrutturazione. non temere, però; il nuovo negozio di Mango da tutti atteso (leggi: dalle madrilegne quanto dalle straniere tutte) ha finalmente aperto. shanti ha già acquistato una utilissima (dice lei) maglietta, ah no scusa, si chiama un "top". che così se la può mettere a lavoro. le magliette non sono contemplate nel dress-code.
quindi, direi, ci sono buone speranze anche per il Denis.
e dopo questa indebita, ma soprattutto non retribuita, pubblicità, ti/vi lascio augurandoti un felice trentennale.

jason bourne come nickolas cage: imperdibili

mentre stavo guardando l'inizio di Transformers, film che risulta impossibile ignorare una volta che uno abbia avuto anche soltanto un robottone trasformabile o abbia visto il caro maggiolino in una delle splendide/orripilanti puntate della storica serie, dicevo mentre stavo guardando l'inizio, ho pensato che era un po' che non scrivevo.
almeno colgo l'occasione di consigliare a chi non l'avesse già visto (ormai guardo i film dai 5 ai 6 mesi dopo la loro uscita) di vedersi The Bourne Ultimatum, o, come dicono i cugini spagnoli: El Ultimatum de Bourne, che, devo dire, suona abbastanza kitsch (come sempre). ebbene sì anche questa volta il buon Matt Damon e il vendutissimo ma comunque amabile Paul Greengrass mi hanno tenuto incollato allo schermo per tutta la durata del film. Le due prove di Greengrass, col secondo ed i terzo capitolo della saga, sono decisamente superiori al primo film girato da Doug Liman. voglio dire non era fatto malissimo (l'ho rivisto appunto ieri sera, per rinverdire la storia nella mente), ma niente a che vedere con la camera scoppiettante e traballante di Greengrass. perché vendutissimo, chiedete? perché non si può vincere la berlinale con un film bello e intenso come Sunday Bloody Sunday e poi buttare tutto per correre negli stati uniti a fare United 93 e poi Bourne (per quanto sia un fan accanito di quest'utimo). tornando a bourne, i soliti irrefrenabili inseguimenti, la solita corsa per mezzo mondo, senza capire chi gli dai soldi e come faccia a non essere mai fermato. noioso? no. ne voglio ancora, ancora e ancora.
stasera riguardo il secondo.
il cinema a cui siamo andati si chiama Princesa, è vicino a Plaza de España. quando ho preso i biglietti online mi hanno fatto scegliere i posti e sembrava ce ne fossero pochi, solo una quindicina di file con 2 o 3 posti per parte, ai lati del corridoio. pensavo però che fossero gli ultimi rimasti. invece, arriviamo là e la sala è veramente piccola. lo schermo è tipo un maxischermo da bar. o almeno lo sembra molto. in compenso la gente è armata di colossali tubi di popcorn e altrettanto supersized bicchieri di roba dolce. ormai è così ovunque. bel modello americano. una volta uniziato comunque non te accorgi. almeno se stai vedendo un film del genere. fosse stato Ferro 3, sarebbe stata più dura. gli spagnoli non sembrano grandi chiacchieratori da cinema, tuttavia. pensavo peggio.
la prossima volta proveremo un posto diverso. ce ne sono molti con film in versione originale. i vantaggi di vivere in una capitale: ristoranti di cucina internazionale e film non doppiati.
ho iniziato harry potter. ma da pochissimo, quindi ancora argomento taboo.
stasera ancora riso con verdure. che avanzi il vecchio che avanza.

Sunday, September 23, 2007

ma farla di luglio faceva schifo?

piccola cena a base di cous cous con verdure e tè alla menta. non troppo male considerando che eravamo in sei e cucinare tutte quelle verdure non era facilissimo. con le grandi dosi si rischia sempre di finire nel golgota dello sciapo. per dolce, gentilmente offerta da Marco e Betta, una torta al kiwi. qua in Spagna ci sono anche i kiwi gold, li apri e trovi una polpa dorata; fuori non hanno la pelliccia, animalisti questi spagnoli. il dolce non era fatto con i kiwi gold. ma allora che c'entra? si far per ragionare.
stanotte, ancora adesso, qui a Madrid è la noche en blanco. noi siamo tornati da poco. direi che proprio in bianco non la faremo. anche perché quando siamo usciti pioveva (nos hemos mojado, ma parecchio). proprio stasera doveva piovere.
poi è smesso, ma molti eventi sono probabilmente stati ritardati dalla pioggia. siamo andati un po' in giro per il centro, tra Sol, Opera e Plaza Mayor. grandi cose non le abbiamo viste. a parte file enormi per entrare o sedersi ovunque. ma chi ha veramente voglia di mettersi in fila? basta la sensazione di onnipotenza pedonale a far scoprire prospettive paesaggistiche inaspettate. nel mezzo della strada dove domani non si può. è il punto forte della notte in bianco. ma uno poi si stanca e torna sotto terra. prende la metro e in 4 stazioni è a letto.
e anche per oggi, abbiamo dato. domani prevedo quattro passi nel parco, avanzi di stasera oppure una puntatina a Sol. sto considerando il falafel per pranzo. immagino tutti sappiano che bisogna programmare sempre almeno due pasti in anticipo. ecco, io fino alla cena di domani sto a posto. li fanno buoni i falafel a Maoz. specialmente se azzecchi i giusti rinforzini da infilare nella pseudo-pitta. e non ce la fai a evitarti le fritte. mi vogliono male, suppongo.
Andrea e Pablo partono domattina per Parigi. ci staranno alcuni giorni. impegni universitari. nel frattempo rimaniamo custodi del forte.
sogni di kiwi d'oro.

Thursday, September 20, 2007

tiras per cetacei in acetato

intanto ho fatto tutte le chiamate per le utenze di gas luce acqua e telefono. e pure quella per l'adsl. stavano passando troppi giorni; si erano fatte irrimediabilmente improrogabili. per fare la cosiddetta voltura di ognuno di questi contratti bisogna stare al telefono dei lunghi minuti a snocciolare numeri e lettere nello spagnolo più corretto possibile. poi ti manca sempre il numero del contatore, la lettura, il numero di conto in banca, il secondo cognome (che, in quanto italiani, non abbiamo) o addirittura la marca del contatore dell'acqua. giuro, me l'hanno chiesta. pensavo di aver capito male visto che in spagnolo la parola per dire "marca" è un po' bislacca (si dice "marca"). ma non si sa mai, un falso amico, una roba come cama o habitación e sei fregato. beh, il mio contatore dell'acqua è della Narval. sì, come il cetaceo col corno tipo lancia autofilettante. che uno pensava ci fosse solo sulle cartine medioevali, e invece esiste tutt'ora e nuota bel bello nei mari del nord (vedi contributo fotografico).
nel dopolavoro di shanti, ci siamo dati appuntamento al mio pub pseudo-irlandese preferito (almeno fino al prossimo): una tranquilla e vasta distesa di sale e salette dove sorseggiare con calma il nettare nero e la variante rossa della murphy's. una bolla dove si ordina in inglese, si mangia inglese e si ascolta inglese, senza l'aria da posto per expats duri e puri (almeno nel pomeriggio). il partitismo serale cambia un po' tutto. qualsiasi sport sia, va bene. sempre partitismo è.
fra poco riparte yoga, per chi lo fa. e si riaccende il basso, per chi lo suona.
nell'attesa che mi venga in mente una cosa che volevo scrivere ma non ricordo, la chiudo qui.

Wednesday, September 19, 2007

ma gli all bran al cioccolato non sono un gioco a somma zero?

torno ahoramismo dal negozio di strumenti musicali. mi serviva un piccolissimo amplificatore per dar vita al basso. è piccolo, ma basta a far tremare il palazzo (si fa per dire). spero che i vicini non si avvicinino troppo con fare minaccioso e vendicativo. proverò a stare sotto la soglia della sopportabilità. come se fosse possibile. quindi, per i prossimi giorni di pratica, mi attendono un mucchio di scale. ho già il fiatone.
shanti ierisera (ormai ho deciso di attaccare parole insieme senza motivo, alla tedesca) ha suonato il campanello alla porta di un'associazione che si chiama Namaskar. sta a due passi (dico due ma saranno 5, letteralmente, non di più) da casa nostra, sullo stesso lato della strada. ha suonato e dopo poco è arrivata una tipa alla porta. shanti dice: scusa, ho interrotto una lezione? la tipa dice: chiaro, ma non ti preoccupare; se vuoi, puoi tornare alle 20.30 per una lezione di prova.
trattasi di yoga. e credo la prima lezione le sia piaciuta. ci tornerà presto. almeno pratica un po' di spagnolo, nei rari momenti di chiacchiera che lo yoga consente, direi.
ieri siamo andati, infine, al nostro appuntamento per prendere il NIE (numero di identificazione dello straniero). una volta arrivati e data la parola d'ordine (il nostro nome e l'ora dell'appuntamento) ci hanno fatto salire, prendere un numerino ed entrare in una stanza, dove 4 signore, con altrettanti extranjeros di fronte, stavano svolgendo la stessa pratica che serviva anche a noi. quando ci siamo seduti, la signora ci ha chiesto subito la fotocopia del passaporto. l'abbiamo? no. non la possiamo fare qui? no. torniamo fuori, alla ricerca disperata di una tienda dove fanno fotocopie alle 9.30 del mattino, che sembra una cazzata, ma in Spagna non è facile. aprono tutti tardissimo. dopo lunghi pellegrinaggi e qualche richiesta di informazioni, riusciamo a trovare l'unica cartoleria aperta nel raggio di un chilometro (e quando dico raggio, voglio dire in tutte le direzioni). torniamo all'ufficio e la signora sta servendo un'altra cliente e lamentandosi di due italiani (uomo e donna) che nella postazione di fronte a lei fanno un gran baccano parlando alla proverbiale altezza vocale per la quale ci odiano/amano/disprezzano in tutto il mondo. ritocca noi. ci fa questo benedetto certificato. ma non doveva essere una tarjeta (tessera)? no, spiega, non la fanno più da aprile. ora solo il certificato, che, consiglia lei, dovremmo fotocopiare ridotto e plastificare (una bellezza) e poi portare sempre con noi le fotocopia, insieme, ovviamente al passaporto del nostro paese d'origine. ma a cosa serve questo NIE allora?
usciti dall'ufficio, ci dirigiamo rampanti alla Barclays. vorremmo fargli sapere che ora abbiamo anche noi un numero Echis (x-qualcosa). potrebbero convertirci il conto da non-residenti a residenti, con evidenti vantaggi. la gentile bancaria basisce alla nostra richiesta munita solo di miseri certificati. dice che ci vuole la tarjeta. ma se non la fanno più?! diciamo noi. a lei risulta diversamente. e il dubbio si insinua lacerante in noi (perché il dubbio sempre lacerante è, non può essere formicolante, attanagliante, smagliante, corrosivo, provocatorio, salmastro e nemmeno mordace). avremo capito male? non credo. avremmo dovuto richiedere specificatamente la tarjeta? e come, se l'impiegata dell'ufficio ci dice espressamente che non la danno più e si perita a spiegare per ben due volte a noi (come anche a tutti gli altri) come ottenere un decente risultato con il rimpicciolimento e la plastificazione? dovete tenere di conto di questo documento, ci dice, dura 5 anni e se lo danneggiate o perdete non lo potrete usare per una pratica ufficiale, che so: per darlo a una banca...
parole sante. ma poco incisive alle orecchie della burocrazia, che come un'orda di topi sulla barca che affonda brulica di vita incontrollabile e guizza in direzioni sempre uguali e contrarie.
sul lato dell'istruzione post-universitaria, ho da comunicare, invece, successo. mi ha chiamato ieri Patricia, quella che si occupa delle ammissioni ed iscrizioni e mi ha detto ¡Enhorabuena, Michael! avrei voluto rispondere, beh, saranno le 4 e mezzo di pomeriggio, è un'ora buona come un'altra. poi, sforzandomi di ricordare che questa è un'altra lingua (non un dialetto, un'altra lingua...) ho fatto 2 più 175849 e mi è venuto un numerone, ma ho capito che voleva dire: Congratulazioni!
a questo punto resta soltanto da pagare. il corso comincerà il 22 di ottobre.
sul versante dell'istruzione da me impartita, invece, sto ancora aspettando una risposta/proposta lavorativa dal mio amico Simon, che tende ad essere un po' lento nelle sue comunicazioni... ma posso io fargliene una colpa? vedremo come si mette. riuscirò a insegnare per la Berlitz?
chiudo avvertendo chiunque sentisse il bisogno di essere informato, che sto leggendo The Adventures of Sherlock Holmes. e la cosa, devo confessare, mi piace parecchio. almeno in attesa del settimo Harry Potter, che tarda a cadere nelle mie mani.
ah, ho sottoscritto il servizio gratuito (chiaro) di google per le statistiche di accesso ai siti web. si chiama google analytics e sembra ben completo. offre un sacco di informazioni e tra le altre cose mi ha detto che negli ultimi 3 giorni (da quando ho iniziato a usarlo per le pagine del blog) qualcuno è arrivato al blog cercando su google la frase: isola di ko payam. giusto per curiosità, ma chi è stato? comunque è un/a grande.
hasta logo.

Sunday, September 16, 2007

botte da orbe


giornata di riposo. pasta con le melenzane (belle fritte nell'olio, verdure esauste; scherzo). doveva essere una pasta corta con i piselli, la salsa di pomodoro e la panna ma, aperto il frigo, le campanelle nere hanno preso il sopravvento e siamo finiti nello spaghetto affogato nel pumidoro.
per digerire, breve sosta sui divani: dispiego di apparecchiature informatiche e lavoretti domenicali per preparazione alla settima che impende. poi, passeggiata nel parco del Buen Retiro con fermata nel giardino delle rose. una decina di varietà sono arrangiate nelle sezioni più o meno grandi di un grande ovale. ognuna col suo profumo, colore, piumaggio. al centro una fontana circondata da panche di pietra.
tornati a casa abbiamo ripreso ad occuparci delle nostre letture, di nostri lavoretti. in attesa della precedente inquilina. quella che doveva venire a riprendersi i suoi due divani (che non avevamo voluto accettare al modico prezzo di 1000 euro).
è appena stata qui. anzi, sono appena state qui. Ana, vestita di giallo e un'altra ragazza vestita di verde, che doveva essere l'altra abitante dell'appartamento, in coppia con Ana. sono entrate ed hanno cominciato, senza mettere tempo in mezzo e senza chiedere l'aiuto di alcuno, a muovere uno dei due divani per portarlo giù. con delicatezza? alzandolo? no, trascinandolo, spingendolo, alzandolo senza averne le forza e facendolo rimbalzare qua e là. abbiamo cercato di aiutare, più per evitare danni, che per far loro un piacere. dopo essere riuscite a uscire dalla porta, in un tumulto di colpi e spinte, dovevano affrontare le scale. Pablo le ha aiutate e, a suo dire, hanno mosso la lampada del pianerottolo quel tanto che basta per avere paura (lui, non certo loro) ma non romperla. si sono poi riprecipitate su, all'attacco del secondo divano. la ragazza in verde (meglio: la folle in verde) ha alzato da sola il divano da un lato, senza che ci fosse nessuno dall'altro. cosa vuole fare? ci siamo chiesti stupefatti. l'altra, Ana, è arrivata a dare manforte e si sono avviate a colpire il possibile, con obbiettivo passare dalla porta. aiutando e dirigendo, abbiamo evitato che la "finissero di trinciare" (copyright, il babbo di fritz). sono scese verso le scale e questa volta il tentativo di far cocci è andato a buon fine. lampada in mille pezzi. divano addosso a Pablo. Ana che sbuffa, la folle verde che intanto è tornata in su per riprendere i cuscini cascati ovunque... li imbraccia tutti e li porta fuori dalla porta, solo per finire anch'ella sui vetri. un cuscino le cade e lei lo calcia giù dalle scale, a ramazzare vetri e prendere polvere su polvere. Shanti le offre aiuto. lei grugnisce e continua. arriviamo con il secondo divano fuori dalla casa.
ci sarebbe da risolvere questo piccolo problemino dei vetri... niente paura! tornano in su e domandando una scopa si accontentano di giornali, cenci, mani nude, qualsiasi cosa. Shanti consiglia di chiedere ai vicini. i vicini non ci sono, dice Ana. Shanti suona alla porta dei nostri dirimpettai: aprono e ci prestano la scopa.
finite le pulizie sommarie, il tifone giallo-verde se ne va via, rapido, furioso e incazzato, così com'era arrivato.
le righe sul parqué e la cucina sporca di grasso assumono un senso tutto nuovo.
siamo ancora in shock.

ps./fotorebus: ristorante visto per strada + la cuenta di una sera con pulpo e patatas bravas = pardian.

Claude François


ebbene sì. that's right.
siamo nella casa nuova. in un appartamento decisamente decoroso connessi a una più che decorosa linea senza fili (uifi, la chiamano qui in Spagna) da me appena finita d'installare. c'avrò anche messo un pomeriggio e una serata ma funziona una meraviglia.
antenne spiegate quindi e vento in pop (a) per nuove storie e cromatici racconti su queste pagine, mai così frequentate e commentate. grazie grazie grazie (e via con gli incentivi al postaggio).
vi avverto subito che la nuova casa ha una stanza centrale (soggiorno) piuttosto ampia e spaziosa con (adesso) due sofa-futon freschi freschi di ikea ma cresciuti ieri nel sudore mio e di Pablo (il nostro tedesco/francese coinquilino con nome spagnolo).
sempre nel centro sta la cucina, pulita ieri con gioia da Shanti ed Andrea (la nostra franco-germanica coinquilina con nome... francese? tedesco? importa?) fin nel profondo, causa sporco resistente e inamovibile lasciatoci in dono da Ana (la precedente inquilina ispanico-spagnola che se venisse a portarci via quei suoi 2 ingombranti divani del cas ci farebbe anche un piacere).
ai lati, come ali graziose di uno scoiattolo alato (che uno scoiattolo normale se le sogna la notte), stanno le due zone notte (camera+bagno en-suite). decisamente il punto forte della casa. in un bagno (di poco più piccolo): la doccia. nell'altro: la vasca. ovvio, con possibilità di doccia: non sempre si può, si vuole, si deve sprecare ettolitri ed ettolitri d'acqua per eliminare le polveri sottili e i cattivi odori che regnano in una città come madrid che si regge sul traffico e la frittura mista.
ancora alcune cose mancano, qua e là. alcune vitali (un telefono satellitare per chiamare il buon osama e chiedere notizie di elvis), altre di poca importanza (un ferro da stiro). ma, tutto sommato, son cose che verranno con i giorni e con i mesi. pezzo dopo pezzo. per adesso abbiamo (ho) aperto la porta sul grande web e quindi, inevitabilmente, quei riottosi fiumi di puttanate che tanto riducevansi pel filtro dei 2 euro all'ora esatto dall'internet café, strariperanno sulle vostre, ahimé, ignare menti e giungeranno rapide e sicure fino ai mari del sud.
Arrrgh, marinaio!

ps. piace il nuovo taglio?

Saturday, September 08, 2007

Nacht der langen Messer

Siamo di ritorno dall'incontro con il nostro futuro padrone di casa, che a occhio e croce in spagnolo si chiama Dueño. Anche se, in verita' l'appartamento e' di sua moglie.
Abbiamo parlato con la precedente inquilina, che dovrebbe andarsene martedi'. O almeno cosi' speriamo. Le abbiamo chiesto se vuole o meno lasciare i mobili. Ci ha detto, certo, tanto se li devo portare via per me e' piu' problematico. Bene, diciamo, e quanto vorresti? Dice, 1300 euro. 'Aaazz!, rispondiamo in coro (ok, l'unico che lo ha veramente pensato sono stato io perche' gli altri non hanno una gran domestichezza col napolitano, ma si fa per dire... un po' di suspension of disbelief per favore). In fondo quali mobili lascerebbe? I due letti, i due divani e un tavolino marcio. Chiedamo, e solo per i letti? 350 euro. Affare fatto. IKEA, arriviamo.
Luego, siamo andati nel bar di un albergo li' vicino per parlare del contratto e porre tutte le nostre domande al dueño. Seduti ad una tavola rotonda, ci siamo rincuorati del fatto che sembri fidarsi di noi e ci garantisca ADSL dal primo giorno (il sogno di ogni uomo; meno di ogni donna).
Resta soltanto da chiedere l'aval alla banca e poi firmare il contratto: martedi' sera o mercoledi' mattina. Ammesso che l'inquilina non abbia un colpo di testa e ci pianti il cuchillo nella schiena.
Bene bene. Vi lascio qui.
Preparate i biglietti aerei e le carte d'imbarco.

apprendinsegna

Dovremmo essere ad una svolta.
Ieri sono arrivati i nostri compari di casa. Siamo andati a rivedere il secondo appartamento papabile (quello con la piscina e la palestra in Calle Eros: una certezza). Anche a loro e' parso nuovo bello e accettabile. Poi la sera alle 9 abbiamo ricevuto finalmente una risposta per il primo appartamento pap(p)abile: quello con l'ampio soggiorno nel mezzo e le camere con bagno en-suite ai lati, giusto sotto il parco del Buen Retiro. Hanno detto che dovremmo (finalmente) essere i primi in linea. Fra qualche minuto li chiamiamo di nuovo per fissare un appuntamento vis-à-vis`e discutere in concreto (concretar).
Ancora siamo abbastanza nel limbo. Fino a quando non firmiamo il contratto, il disastro e' sempre in agguato.
Nella peggiore delle ipotesi speriamo di poter tornare indietro al numero due e consolarci con un bagno in piscina.

Sul versante scuola. L'opzione IED e' definitivamente tramontata. Ho trovato un'altra scuola. Si chiama Tracor ed hanno un corso chiamato MFA: Master of Fine Arts in Computer Art. Tutto un programma. Sembra abbastanza ampio e strutturato. Tratta tutti gli aspetti del graphic design. Dura 10 mesi. Da Ottobre a Giugno. Poi, il Settembre successivo comincia l'anno di pratica in azienda: 6 mesi di stage e 6 di lavoro effettivo.

Nei prossimi giorni devo completare tutte le formalita' per l'immatricolazione: un'intervista, dei test, la presentazione di un portfolio, il riempimento di un sacco di carta. Poi mi diranno se sono accettato. Fiscali.

Ho anche fatto una intervista con il supervisore delle scuole Berlitz a Madrid, un certo Simon Williamson. Credo sia possibile insegnare part-time a partire dal primo di ottobre. Cosi' manteniamo i due binari: apprendimento e insegnamento. E mi tengo stretta la confusione mentale: spagnolo per studiare, inglese per insegnare.

Mi finiscono i minuti di internet. Hasta luego.

Wednesday, September 05, 2007

blitzkrieg

Ancora in cerca di un appartamento.
Ma prima un passo indietro. Sono alcuni giorni che abbiamo capito che per farci dare (pagando, non gratis) un appartamento c'era bisogno di avere un conto in una banca spagnola, cosi' da poter fare cio' che molti simpatici padroni di casa iberici chiedono ai futuri inquilini: un "aval bancario". Che cos'e' e come funziona? Dopo molti tentativi e molte domande, abbiamo capito che si tratta di un certo numero di mensilita' (tipo 6 o 10 o 12) che l'inquilino deve mettere in banca in una sorta di deposito bloccato (che in spagnolo si dice Congelado) per tutta la durata dell'affitto. Una volta che il contratto di affitto si risolve il deposito si sblocca e i soldi tornano attivi nel conto. Ovviamente (oppure non e' tanto ovvio?) per tenere i soldi bloccati e improduttivi in questo modo bisogna pagare un certo interesse alla banca. Certo, certo.
Dunque, per trovare un appartamento ci vuole un aval. Per un aval ci vuole un conto. Cerchiamo un conto.
Andiamo in almeno 3 uffici diversi del Banco di Santander, in uno della Caja Madrid e capiamo che la cosa e' piu' complessa di quello che sembra (forse dovrei cambiare il sottotitolo al blog). Dicono che per avere un conto ci vuole un contratto di lavoro e il passaporto oppure il NIE (il numero di registrazione dello straniero).
Ora, noi non abbiamo in questo momento ne' l'uno ne' l'altro. Shanti ancora il contratto non l'ha firmato e comincia a lavorare il 17 di Settembre. Io nemmeno l'ho firmato e comunque comincero' (se tutto va bene) il primo di Ottobre. Il NIE andiamo a chiederlo (a chiederlo) il 18 di Settembre: il primo appuntamento disponibile: siamo in piu' di sei a richiederlo.
Appartamento - Aval - Conto - Contratto/NIE
Siamo ad un punto morto.
Stamattina, en passant, e senza alcuna velleita' di successo, entriamo in una filiale della Barclays. Chiediamo come si fa a aprire un conto. La vicedirettrice (o subdirectora/subcomandante marcos) ci fa alcune domande e chiede di produrre il passaporto. Dopo 20 minuti abbiamo in mano le tesserine per l'online banking e i dettagli del nostro conto cointestato. Facile, no?
Forse abbiamo trovato la falla (you are now the weakest link!) e il castello di carte gia' traballa.

Fase due della colonizzazione: andare in giro per appartamenti (they are out there). Stamattina, una volta aperto il conto, parevano chiamarci tutti per vedere il loro "piso". Dev'essere il blu-aqua di Barclays che ci porta bene. Siamo stati, finalmente nell'appartamento perfetto. Ben distribuito (che in spagnolo si dice tutto diverso: Bien distribuido), luminoso, in una zona tranquilla (che in spagnolo, ah si', si dice Tranquila), con una grande cucina attrezzata di tutto, un bagno per ciascuna camera. E le due camere separate da un gran salone centrale. Lo vogliamo ora.
Purtroppo sembra che siamo in fila d'attesa. Accendere incensi e sacrificare capre agli dei.
Poi siamo stati in un moderno complesso di appartamenti che, manco a dirlo, si trova in una via appena fuori mano (A due passi da Novembrini, dopo un comodissimo sterrato). Si chiama Calle Eros e ancora non e' sulla mappa. Non aggiungo altro. Costa meno, e' molto meno ben distribuito pero' ha tutti i comfort.
Ma non temete. Domani ci aspettano altri bellissimi appuntamenti (almeno 3) per vedere appartamenti vuoti. Siamo passati al lato oscuro dell'IKEA. Vedremo se la tecnica portera' frutti. Vinceremo con una guerra lampo. Lo dicono dal tempo delle Guerre Puniche e non ha mai funzionato.
Due baci uno di qua uno di la'.

Tuesday, September 04, 2007

lettera ai nostri futuri compagni di casa

Dear Andrea and Pablo,

Today I'm writing in English because I'm too lazy to type and Michael is doing it for me.
The situation is more complex than expected. we lost the apartment in Salamanca because I still haven't signed my work contract and the owner refused any negotiation. On Monday we saw 3 horrible apartments and 1 that wasn't bad but only had one double room. Tonight we are going to see two more.
We discovered that many landlords want this thing called "aval bancario" which basically means an x-amount of money gets frozen in your account (for example 6 months worth of rent which the landlord can take should there be any problem with the payment). This aval thing can only be done with a Spanish account which seems very difficult to get if you don't have a NIE (numero di identificacion del extranjero) or a passport "and" a work contract in Spain.
We have applied for the NIE but we'll only have an appointment to start the process on the 18th of September and it seems I will sign my contract at the end of September.
This afternoon we will try one more bank to see if we can interrupt this vicious circle.
We can't guarantee that by the time you get here we will have found something. At the moment we are staying in a (hostile) hostal in the centre which is expensive for what you get and has no kitchen to cook in. I would recommend you look for a cheap hostal or an "estudio" you can rent per day/week/month. The cheapest hostals we found were about 45 euros a night, but who knows what they are like. If we have to stay longer than Saturday we will switch to that option.
We are not giving up just yet.
We look forward to seeing you very soon.

Love,
Shanti via Michael

Sunday, September 02, 2007

Scouting

Madrid. Arrived. Safe and sound. Found our hostal, a one-star trap where things ARE what they seem: no surprises. But all is well. Yesterday running around to see apartments fit for four. We managed to see 3.
The first one was a spacious 120 meter monster on the 6th floor of a 14 storey building not far from el Parque del Buen Retiro (which, btw, isn't half as big as I thought but offers lots and lots of delightfully shapen trees to have endless hours of rest under). The kitchen was as old as me and (oh no!) they didn't have a vidrioceramica stove that has become absolutely vital in my mind (imagine a stove surface that you can clean with a soapy sponge and rinse with abundant water without causing damage or the sponge getting caught and stuck in impossibly elaborate jungles of metal spikes: I just can't live without it). The apartament did feature two big bedrooms with seemingly en-suite bathrooms. And, fair enough, a garage (I know, we don't have a car, but our housemates do).
Overall: Next to park, with a parking space.
The second one (barrio salamanca) was owned by a 60-year old grump who couldn't share a smile with us. I guess it's his style, he tries not to get too carried away. Would-be tenants might suspect he likes them (and that's not good for business). The flat is on the second floor of a 6 storey building on one of the main streets in Salamanca. It has a modern kitchen that's in virtually mint condition, two big bedrooms (one without a bed that's perfect for my carpet-meets-mattress cheap-futon-style project) each with a (hear, O, hear) walking-closet! Plus, the flat is *only* 1250 and the heating is included. No garage though.
Overall: This could work.
The third was on the top floor of a building located near Plaza Mayor (for the ones who don't know, a landmark in the very centre of Madrid). It has a beautiful kitchen/living room with many a window and plenty of light/heat to fry our heads (air-condition is provided). The only downside is that one bedroom is tiny and devoid of sunshine and the other (second floor/mezzanine) is instead a proper master bedroom with 2 windows plus a skylight. No way we could have decided which couple would have the pleasure to sleep under the starry night of Madrid.
Overall: Fit for a king or a wealthy couple with a movida-oriented mind.

Hasta la proxima,
Michael