Saturday, August 25, 2007

singing in the pain

finalmente acquistato numero spagnolo. forse mi sbaglio, ma mi pare che in Italia sia necessario presentare un documento per avere una sim-card. qua sembra di no. dopo attenta anailisi (3 minuti su una pagina internet trovata per caso) ho scelto vodafone tra tutti i fornitori disponibili. non è che in Italia mi sembrasse granché, ma qui sembra sia un po' più quotata delle altre.

per non parlare sempre di cibo, vi dirò che stasera devo cuocere le lenticchie e possibilmente ricavarne un dahl rispettabile per cena (no, il dahl non è una preposizione articolata scritta male, ve lo assicuro). col riso basmati dovrebbe essere appetibile.
oggi siamo stati a un ristorante in centro. credevamo fosse vegetariano e ovviamente non lo era. shanti, una volta entrati e mentre aspettavamo che il tavolo fosse apparcchiato, si rivolge ad una delle cameriere e le chiede se abbiano piatti vegetariani. ma certo che abbiamo verdure, risponde la cameriera. per essere diligente, chiede lumi financo ad uno dei cuochi, appena apparso dalla cucina, e questi conferma che non ci sono problemi, avanti i vegetariani.
ci sediamo e non ci danno subito il menu (che in spagnolo si chiama carta). quando arriva la cameriera (quella di prima) a prenderci l'ordinazione, capiamo che la carta non c'é. ci elenca i piatti vegetariani. chiedo di sapere anche gli altri e tra i secondi c'è una hamburguesa (si, in Spagna traducono tutto, ma dicono Espiderman) di tonno. golosa, penso. non male, pensa anche shanti, ma è costretta a prendere zucchine ripiene di verdure per secondo. ormai si era messa in gabbia da sola. come quella volta che sull'aereo per Bangkok si è ritrovata in grembo un'orribile scatolina di pasta ai funghi: la meravigliosa opzione vegetariana; bicicletta, pedalare. e questo è solo uno dei tanti episodi.
comunque le zucchine erano molto buone e il primo piatto (un misto di verdure: coliflor, zanahorias, judias verdes, brécoles) croccante al punto giusto, forse un po' salato, ma decisamente una boccata d'aria fresca rispetto al solito (d'accordo, aria fresca all'aglio, come sempre; Spagna, territorio devampirizzato). prezzo onesto, 15 euro a testa.

questo finesettimana dobbiamo studiare un poco per l'esame di fine corso. sarà martedì, il penultimo giorno di lezione. credo sia abbastanza fattibile, ma non si può mai sapere. non che il risultato ci cambi la vita.
stasera è l'ultima sera di alcuni studenti, quindi verso le undici ci troviamo tutti nella solita Plaza Cañadio per una cerveza e delle olive che ti danno in un piattino ma hanno un sapore strano e preferiresti ti avessero dato noccioline o il solito lecca-lecca rosso che danno come premio per ogni bevuta. o almeno secondo me. sarà per questo motivo che anche l'olio che estraggono da olivi di similfatta mi piace un po' poco. vedremo qual è la situazione olistica (certo, certo) a Madrid. poi le olive si chiamano aceitunas. e il liquido per rimuovere lo smalto dalle unghie come lo chiamate?
vi ho detto di quando siamo stati a mangiare chocolate con churros? non tanto per i churros che conoscevo già e comunque se li conosci li eviti e ti bevi/mangi solo la cioccolata calda che già quella ti basta. non c'è alcun bisogno di un'integrazione di fritto alla dieta spagnola. fritto per fritto fa fritto alla seconda? (giusto per chiariezza, si tratta di estrusioni di pasta tipo quella per i waffel, a forma di bastoncini o di simbolo della lotta contro l'aids, fritti in olio bollente e da consumarsi inzuppati nel cioccolato caldo: tradotto, consumare solo in stato di ubriachezza). dicevo non tanto per questo, ma per il fatto che, sedutici in una quindicina ai tavolini all'aperto di un bar del lungomare, stiamo chiaccherando tranquilli in varietà di spagnolo studentesco, quando... dietro di me un'americana si mette a cantare l'aria di un opera in italiano. ora, indipendentemente dalla vostra opinione sull'opera come forma d'arte, ma vi pare il caso? pensavo di essere piovuto di scatto in un film del maestro (lynch). mi guardo intorno aspettando i nani, il velluto e le luci blu. niente. mi sovviene una considerazione: non è lynch ad essere surreale e onirico. è l'america ad essere ripresa da lynch. senza filtri. paura.

Tuesday, August 21, 2007

hay que cocinar

Se poi passano i giorni e qua piove sembrerebbe più semplice mettersi a scrivere. Con il ticchettio ai vetri, i gabbiani, che non si fanno grandi problemi, emettono suoni che chi sa il verso dei gabbiani potrebbe aiutarmi a definire. Benché la rondine garrisca (o faccia virb secondo un illustre paroliere) e gli uccelli più comuni cinguettino, per il gabbiano non c'è consenso, non ce la sentiamo di dire niente di preciso. Strilla? Grida? Sicuramente si fa udire, sia da noi che dai suoi simili. Vi pare che con tutto questo vociare sia possibile sedersi e scrivere due righe?
Qui a Santander, vento a crepapelle. Vengo perciò a rispondere ai vostri commenti in religioso ordine sparso.

Intanto mi rallegro che il giacomelli sia rincasato ed abbia augmentato il numero dei suoi pollici opponibili e non fusibili (si spera); ché i fulmini non aspettano il "Via!". Certo, caro jack, i dvd riscrivibili sono preziosi ma che dire degli ardischi portatili? Non son questi degni di nota?
Meo, il nostro più fedele lettore, si preoccupa per il numero di lingue adottate in questo dojo. Vorrei rassicurarlo che todavía non abbiamo appreso il castigliano così bene da poter scrivere con coerenza y sin vergüenza su queste pagine. Tenteremo di farlo, col passare delle settimane.
Il caro D., che farebbe bene a entrare col suo nome invece di restare aninomo e farmi confondere, mi chiede quali ricette si possano combinare col cavolo verza. Ebbene non chiedo altro e passo en seguida a enumerare le poche che al momento mi salgono alla mente:

Pasta corta con Cavolo Verza, Bacon e Pinoli
Tagliare alcune foglie esterne del cavolo (le più verdi) a striscioline sottili. Tagliare inoltre quelle interne anche un po' più grandi essendo più tenere.
In una padella o pentolino (con o senz'olio) far cuocere un po' di bacon tagliato a strisce. Aggiungere una manciata di pinoli e un trito di cipolla o scalogno.
Quando il bacon è cotto (giusto o croccante, a scelta) aggiungere il cavolo e continuare a fuoco vivace (aggiungendo un poco d'acqua se necessario).
Quando il cavolo è croccante (ma cotto), salare, pepare e aggiungere una noce di burro. Chiudere con un coperchio e lasciar riposare.
Una volta cotta la pasta aggiungerla al cavolo (con un po d'acqua di cottura) e saltare brevemente.

Involtini di Cavolo Verza con ripieno di Patate e Baccalà
Sarò telegrafico: bollite e schiacciate patate, cuocete baccalà ben ammollato in padella con olio e aglio intero. unite baccalà sfilacciato alle patate, sale pepe paprika peperoncino. Farcite foglie di verza precedentemente sbollentate, chidendo con stecchini. Ripassate nella padella precedentemente usata per il baccalà (meglio se al forno, per una decina di minuti). Olio a crudo e pepe macinato fresco per servire.

Soup de Canaveilles
Zuppa perlopiù invernale con cippolla bianca, zucca gialla, cavolo verza, patate (rosse?). Lasciate un po' lenta e insaporite con pepe e sale. Olio e abbondante salsa di soia per servire. Da accompagnare con riso integrale e un formaggio a pasta semidura (Mimolette? Molto buono).

Dopo tutto questo cibo, ieri sera abbiamo fatto una cena con le nostre due amiche italiane (Ilaria e Priscilla), ambedue di Roma. La prima fricchettona rilassata che studia economia alla bocconi, la seconda nata in Cile e adottata a 5 anni da una famiglia italiana, ha lavorato qualche anno come designer editoriale. Molto simpatiche. Piacevole serata con vino bianco (dopo che mi hanno portato un salvifico cavatappi), chiacchiere ed accorati elogi all'Italia (o mi sbaglio?).

Ps. trattasi del guacamole avanzato da ierisera.

Thursday, August 09, 2007

Los Payasos de Argentina

On Sunday evening we went for a walk around the center. A group of adults and children had assembled in one of the main squares. We came closer to take a look and saw two clowns enternaining the crowd. Both had white faces but only one wore a red nose. The noseless one was the orator, the more rational type who kept an eye on his friend who liked to do naughty things when his friend's back was turned. The shorter one spoke without using the letter 's' which apparently is a clear sign of the person's latin or south american origins. Both the adults and the children were entertained by the jokes, mimes and acrobatics of the pair (they used a mono cycle). I really enjoyed myself because I could understand everything (yes I have the Spanish level of a 4 year old!). Two nights before we had been to a gay bar/club for a comedy night and I was completly lost. I could understand a few words here and there but not even the general meaning. I then got distracted by the men kissing and hugging around me. It did take me half an hour though to figure out I was in a gay bar.
The clowns were exactly at my mental and Spanish level and I was happy to give them a little money at the end of the show. The very next night we went for our almost regular nightly beer in the center and saw some of our classmates on the steps of Plaza Canadio. As we sat down, I noticed that the two clowns were sitting in the midst of the people. They looked different of course without their make-up and interestingly, the one who spoke the most during the show was the most silent of the two. By chance, they had also met another clown from their city in Argentina who was also spending the summer months working around Spain. They always live in summer as they spend the warm half of the year in Spain and then return to Argentina for the other warm months. One of them told me he didn't own winter clothes anymore as he had given them all away to friends. All three of them were so sweet and enteraining we took an instant liking to them. They are staying until Saturday or Sunday but their plans seem pretty open. They don't make much money of course, but more then they would in Argentina. Leo (the one with the red nose) told me that when the time comes to ask for a little money at the end of the show in Argentina, some people pull out their empty pockets and say that they have loved the show and would like to participate but can't. He said some of them don't even have money for the bus to go home, they go walking.

Wednesday, August 08, 2007

ci vogliono un po' di giorni, ma uno poi si abitua

la prima volta, vai e ordini 3 piatti a testa. siete in due: fanno 6 piatti. e uno che ne portavo dal pasto precedente, 7.
shanti non mangia i rabas (anelli o listelli di totano, chiaramente fritti). perché no? ma è ovvio; sono gommosi.
il polpo alla gallega te lo adagiano su un letto di patate lesse. hai già le patate nel pincho di tortilla e nelle polpette della casa? non è colpa del cameriere. devi pensare sempre almeno 3 mosse in avanti come Shikamaru.
shanti non mangia neppure il chorizo cotto nel sidro. ne prova mezzo tondino. lascia nel piatto l'altro mezzo e ti suggerisce in modo per niente subdolo (leggi: ti impone) di non mangiarne troppo neppure tu.
ti chiedi se abbia ragione.
ripensadoci è anche pesante (quanto il tondino di ferro). e te n'hanno portato poco (occhi alla Tona).
hai ordinato l'unica verdura sul menu. è un piatto di peperoncini verdi dolci. fatti sulla piastra? basta che ci creda tu.
e fanno 6.
per fortuna la tua fida caña (la migliore amica dell'uomo) siede lustra di ghiacciata traspirazione a due passi dal piatto.
ma è così piccola che non basta mai. e anche se ne ordini una dopo l'altra che sembrano le nozze di Caña, il boccone ardente e fritto non va giù.
quanta roba hai ordinato?
molta resta lì, a prenderti per il culo.

ma con il passare di strani giorni, ordini sempre meno roba. e mangi sempre di più a casa.
e quando torni in città e il languore ti assale, dai retta: un buon pincho di tortilla consumato al bancone basta e avanza.

e poi non ero qua per dimagrire? sperando che le camminate stiano avendo l'effetto sperato.
oggi pomeriggio volevamo andare a piedi fino al faro di Cabo Mayor. poi, tra una cosa e l'altra, fai due compiti, ritocca quattro foto, ti accorgi che sono già le 8 di sera e, benché sia ancora giorno, sai che non ce la farai ad andare al faro e tornare. meglio domani, subito dopo pranzo.
ricetta di stasera: pasta-risotto (semplice pasta cotta alla maniera del risotto) con zucchine (calabacínes), piselli (guisantes), zafferano (azafrán) e un queso azúl che pensavo fosse locale e alla fine lo fanno in Alemagna (sono imbattibili, questi germani).

ps. dimenticavo, se andate sulla pagina delle foto trovate, finalmente, anche le foto del compleanno di Edoardo del giugno scorso. ¡Que aproveche!

Monday, August 06, 2007

Zorro the Intelligent Masked Bandit and Zorra His Promiscuous Companion

¡Hola!

Toda via no puedo escribir todo en español aún si me gustaria y si sé qué Roberto (nostro compañero colombiano de Wall Street Institute) espera de ver mi desarrollo increible en su idioma. Ahora puedo hacer frases pequeñas en el presente y nada más pero espero che podria hablar en el pasado y el futuro proximamente.
Vale, inglés. Let's present briefly our fellow students. As you know Michael and I are in different groups. Upon looking more closely at our books, I happened to notice that he is just one EU level above my A2 (I had imagined two more than mine which was hard on my ego. After all, he has only studied one month eight years ago whilst I have studied 5 painful years in high school but to be fair with little if no enthusiasm); which doesn't stop him from acting as a teacher!
So even though our groups are different we got a chance to meet most students during our Bilbao/San Sebastian tour of hell's furnace. In general most nationalities have two ambassadors. Jonas (not sure on the spelling) and Lothar are German. They come from different parts of Germany but felt immediatly at home in each other's company. Though Lothar is scrupulous about speaking Spanish to the rest of the group he does indulge in a bit of German with his compadre now and then. On the other hand, we have the woman made of steel, the seventeen-year-old Claire who speaks constantly and in Spanish without ever breaking into French even when speaking to her fellow ambassador from Biarritz, the middle-aged Michelle. A possible future match for Claire is the other seventeen-year-old of the group: our lovely Scottish Hamish. He is handsome because he inherited his mother's latin american traits but speaks with a typical British accent. He usually hangs out with his northen ally the Irish Alan who always looks bored in Spanish class. All I know about him, so far, is that he thinks Irish women are ugly; he hates smokers and doesn't drink beer (Irish, really?). Another pair is the Roman duo: Priscilla and Ilaria. As yet, I haven't had a chance to know them well but I admit to enjoying a little Italian here and there. We all agree that Spanish is a strange Italian dialect. Spaniards use funny expressions that an Italian would never dream of, but well, they are at the very end of the Roman empire after all; what can you expect? (Roberto, esto es una broma, vale?) From Eastern Europe we again have women, Veronika and Branimira respectively from Poland and Croatia. Veronika brought her husband here by force to babysit their son even though he doesn't know a word of Spanish and no one here can speak English. Oh no, that would just be too easy for our Spanish challenge. Branimira also called Branchee (because apparently no one can correctly pronounce her name) is the tough woman of the group. She knows her stuff. Just like Veronika she is in the super advanced level (there are only three levels) and corrects our pitiful mistakes (but nicely). She is one of the only ones who can have a true Spanish conversation with our cute guide Rosario (a girl though the name sounds male to me). Rosario is small but strong. She took us around on that infernal day (ok, infernal afternoon) even though she hadn't slept all night. She works in a bar that conveniently opens from 10pm to 6am.
That's pretty much it for the moment. I will save the other members of the group for another time.

I think Michael told you about the rain. I hate it. Who said that in Spain it's hot and you can go for a swim? Well guess what, I haven't been for a swim once so far! I want my money back. Saturday in San Sebastian was my perfect opportunity but no one had told me to bring my bathing suit and I had imagined it more as a sightseeing tour than as a beach escapade unlike the other group of Americans who happened to share the bus with us.
At least the cool evening breeze allows me to sleep well at night with my blanket, although I must say that my matress and the springs under it are horribly soft. It feels as though the bed is trying to eat me. And since we sleep on two separate beds put together, we suffer from the crack monster: this terrible void that tears us apart at night. But Michael and I will survive this terrible ordeal and find the perfect bed in Madrid.

Love to you all,
Shanti

como elegir tu ropa

gente, oggi piove.
ebbene sì. il nord, che bel posto. hay que amarlo. un po' di sana pioggia. nuvole, oscurità. tra l'altro non ho portato nemmeno un maglione, una maglia, una giacca, un giubbotto, un cappotto, un impermeabile o un ombrello.
se piove, mi bagno. no news there.
unica protezione, una camicia un po' più pesante. e il fatto di vivere a 150 metri dall'entrata della scuola.

a proposito dell'avventura del coltello e delle stoviglie.
come ovvio, ieri sera siamo stati in centro dopo un giorno di cielo coperto e casalinghitudine. siamo passati da una strada direi principale, dove eravamo già passati 3 o 4 volte nei giorni precedenti. e cosa ti abbiamo encontrado? almeno 2 differenti negozi che vendono casalinghi e complementi d'arredo (cosa ti tiro fuori...). in uno, grande e apparentemente costoso, avevano in vetrina persino una coppia di pregevoli coltelli in ceramica. 70 euro per un coltello di media grandezza. lo quiero ahora mismo. verdure, pesce. non si ossida più niente.

sabato siamo andati in gita a Bilbao e San Sebastian. partenza alle ore 9 di fronte alla università. prima siamo andati a vedere il Guggenheim a Bilbao. tutto intorno al museo hanno costruito un sacco di nuovi edifici e creato una zona di parchi e camminamenti. molto bella. tutto nuovo rispetto all'ultima volta che ci sono stato, 6 anni fa (dico bene, Sara?). al momento le esposizioni del museo ruotano attorno a un artista tedesco contemporaneo, Anselm Kiefer; un percorso attraverso l'arte basca degli ultimi anni; e all'ultimo piano un paio di sale dedicate al grande Albrecht Dürer, che, in Spagna, chiamano simpaticamente Alberto Durero. (ci vogliono un paio di minuti di mente lucida per realizzare che si tratta del disegnatore e pittore tedesco; ma chi siamo noi italiani per giudicare, dopo Tommaso Moro e Renato Cartesio... ah, la lingua franca, che invenzione). l'edificio del guggenheim è sempre una straordinaria visione, col fiume accanto e le sue forme ittiche arrotondate a caso. al piano terra il salone permanente con le possenti lastre di Richard Serra è decisamente vedibile (leggi: worth a visit).
al rientro nell'autobus, ore 1, abbiamo scoperto con entusiamo che l'aria condizionata si era trasformata in afa condizionata. ci siamo fatti un'ora e mezza di bus con 30/33 gradi forzati, con umidità 90%. per la gioia di tutti. senza finistrini: non è che non si possono aprire; non ci sono.

arrivati a San Sebastian abbiamo scoperto (autista e guida inclusi) che proprio quel giorno ci passava la Vuelta (¡Que bueno!). e c'era pure il festival di jazz. contingenze che si sono dimostrate fatali al percorso/piano che era stato deciso (dove fermarsi, dove risalire sull'autobus). abbiamo quindi cominciato a girare in tondo (la vuelta) inutilmente per la città per una serie di interminabili minuti d'inferno. una delle due professoresse che ci hanno portato (la guida) ci riferisce il pensiero dell'autista geniale: "vi faccio fare un tour gratis della città per ripagarvi del mancato funzionamento dell'aria gelida". a lui piace fare 'i scherzi.

scesi e rinsaviti, ci dirigiamo verso la più vicina fonte di cerveza. le tapas, qui a San Sebastian, sono le più variegate, colorate e gustose, che abbia mai visto. anche nei bares più piccoli.
giriamo un po' per il casco viejo, poi per le strade più nuove e infine nei pressi della spiaggia (la concha). fa tipo 34 gradi. tenuta del maicol: jeans pesanti, camicia a maniche lunga, scarpe chiuse, cappello a casa. dovrei fare l'organizzatore.
finalmente ce ne torniamo nel calduccio del bus, alle 6 di sera. e con appena 3 ore di viaggio siamo di nuovo a Santander. cosa non si fa per vedere Durero.

a dimostrazione del potere del caldo sullo spirito umano, porto la quasi-assenza di fotografie fatte in una giornata. i tentativi patetici, come già detto, sulla mia pagina di Picasa.

Ps. giusto per chiarire, il post precedente, come indicato dalla firma in calce, è stato scritto e postato da shanti... a.k.a. shampoo su questo blog.

Friday, August 03, 2007

Nearly Wacked My Nose (or Life in Santander)

I have been in Santander since last Monday. We left many bags and suitcases (too much to humanly carry without excessive pain). Of course we had between the two of us about 8 or 9 kg too many but the commotion of the Roman airport worked in our favour. In the end they let us pass without paying anything (we had calculated to pay around 40 euros minimum) which gave a good start to our trip and almost made me regret not having taken more. We will still have to take a train from Santander to Madrid which means more hassle with luggage and limits (also due to our budget) my shopping expeditions. They have all the shops I like here: Mango, Comptoir des Cotonniers, Zara and others I still have to discover.
Michael and I have been walking all around the city which is almost completely surrounded by the sea. You can hear and see seagulls flying over the city and landing on people’s balconies. All our walks are up and down because of Santander’s many hills; it’s quite tiring but good exercise. If it weren’t for Spanish food we would become extremely fit. For the moment I remain completely unconvinced by Spanish food. It’s based on: meat of all kinds, eggs in all shapes and forms (omelette, scrambled, etc), potatoes and to top if off bread. You may ask but what about vegetables? I am starting to wonder whether Spanish people eat them or not. The only thing you can find are salads which always have either sea food or tuna. Eating salad everyday was becoming a problem for me but Michael, as usual came to my rescue. We moved in our apartment, which is spacious for two but smells and looks old, on Tuesday and quickly realised that some shopping was in order. The kitchen utensils were extremely scarce if not inexistent and the pots and pans encrusted with charcoal or made with scratched teflon (both apparently give you cancer on the spot, according to Michael); most importantly the kitchen had no sharp knives. My chef was unable to operate under such disastrous conditions and therefore our search began for a pan, a knife, a salad bowl and a chopping board. Our quest lasted a good few days. We searched every supermarket, looked at every window, read every sign but found nothing until today when the Chinese bazaar saved us. We found everything we needed and at a pretty cheap price too. So tonight, we had our first proper hot meal at home and it felt nice.
Our day is basically split in two: from 9 to 2 we have our Spanish lessons and in the afternoon we eat, rest and go around. The first day of the course we were given a test and I of course ended with the beginners whilst Michael was put in the intermediate level. I now realise that I have to start everything from scratch (at least grammar-wise). It sometimes feels like I’m re-ordering my head and finding out which Italian words can be recycled in Spanish. I can understand most things (at least so far) but speaking correctly without knowing the tenses is proving very difficult. I’m happy we will be studying grammar tomorrow; it should at least allow me to get a grip on the verbs in the present.
I also got some good news today. When I last went to Madrid in mid-July I had been to many schools looking for a job. I finally received some news from one of them and was offered a full time position! I had a good feeling after the job interview but they took ages to write to me and I started to think my gut was wrong. So now at least one of us has a job and allows us to feel less stressed about the future.

pizza hut, why not?

Aquí en el norte de España se encuentra una region que se llama Cantabria. La “montaña”, como dicen los espanoles. La capital de Cantabria es Santander. Aquí estamos.

Dopo un volo che portava un ritardo di un’ora e trenta siamo giunti sani e saldi all’aeroporto di Santander. Né il pilota né nessun altro della ryanair o dell’aeroporto di Ciampino ha mai detto in alcun momento che il volo era in ritardo, dev’essere una nuova strategia commerciale secondo l’adagio, qualcosa di cui non si parla non esiste.Fin qui, tutto bene. Taxi fino alla pensione Soledad che con tanto nome non può assicurarti mai granché. Speriamo in una prossima Lunamum. 20 euro spese benissimo; dico per il taxi. Troppi bagagli, troppo pesi. Stiamo pur facendo un trasloco. In un modo o nell’altro.Rifattici il trucco, usciamo dalla solitudine per gettarci fra la gente. Ma andando per gradi, prima andiamo a salutare gli avventori del Pizza Hut che siede incoraggiante in fondo al viale. Ebbene, per non tornare ancora una volta al dibattito sul perché Pizza Hut e Starbucks non ci siano anche in Italia (credo si conosca il mio pensiero: i primi non fanno pizza e i secondi non fanno caffè, ma è tutto buonissimo; inventori di nomi, farsi avanti), vi informo che il menù in spagnolo è uno spasso e che hanno aggiunto anche varianti locali in quanto a tipi di pizza. Cosicché Shanti si è ritrovata alle prese con una pizza con formaggio di capra e cipolla caramellata. Che non era neppure troppo male, ma molto, molto dolce. Forse troppo.In compenso, la tortilla che abbiamo mangiato oggi con sopra formaggio di capra e cipolla caramellata (col miele?) era una delizia.

Le case di Santander

Ce ne sono troppe. Tutte diverse. Architettura, materiale, stile, vegetazione nel giardino. Un fiorire di follia progettuale ed esecutiva. Credo che si meritino un capitolo a parte o forse, più propriamente, una collezione di fotografie, che cercherò di mettere assieme. A questo proposito ho deciso di riorganizzare anche i miei album su Picasa. Così non perdo tempo a caricare pesanti immagini qui sul blog e colgo l’occasione di instaurare un diario per immagini parallelo a queste pagine. L'indirizzo a cui potete vedere le foto che ho messo fin ad ora è il seguente:
http://picasaweb.google.com/michael.reali

Wednesday, August 01, 2007

trasloco

Quando non si scrive per mesi le cose si accumulano per mesi e trovare le cose da dire cercando di ricapitolare mesi e mesi che per mesi non si sono messi in parole sembra impresa impossibile che potrebbe prendere a chiunque mesi e mesi. D’altro canto, tutto ciò non solo non è necessario ma neppure interessante: chi potrebbe leggere e sopportare il lungo resoconto di tanti piccoli passi, quando due o tre passi chiave basterebbero a colmare il medesimo vuoto. Certo, tante piccole cose accadono e non possono essere fatte in un fascio senza che la loro piccolezza e delicatezza efferatezza si facciano poltiglia, stritolate dal mare degli eventi, la rosa dei venti, disattenti al computo puntuale e feroci ingoiatori di ciottoli di tempo pur smerigliato.
Siamo in Spagna.