Wednesday, December 28, 2005

ci sta sempre

oggi ho finito le mie lezioni di pratica agli studenti thai. ho fatto l'ultima alla classe di principianti. usare il plurale e' pero' fuoriluogo. alle prime lezioni con i principianti avevamo 3 studenti:
Fai, 25 anni, moglie di Ben (uno dei miei colleghi trainee che vive in thailandia);
Den, 30 anni, falso principiante che ogni volta che c'e' un corso torna e rifa' le lezioni per principianti, nessuno sa perche';
Best, 9 anni, lui e tutti i thai pronunciano il suo nome Be', o al massimo Bes. nessuna traccia di T. non ci sperate. soprannomi inglesi e poi li pronunciano in thai. ovvio. perche' non facciamo lo stesso con i nomi inglesi in italia? lasciamo perdere, che e' meglio.
la scorsa settimana, quando ho fatto la mia penultima lezione con i principianti, ne avevo solo due: Den e Best. Fai ha smesso di venire al corso. fa la parrucchiera e per lei chiudere ogni giorno della settimana verso le 5 e 30 del pomeriggio per venire a fare due ore d'inglese stava diventando pesante: perdita di soldi ogni giorno e perdita di clienti nel lungo periodo. comprensibile.
con solo due studenti gli esericizi e le varie attivita' diventano molto brevi. devi sempre programmarne di piu'. e un ragazzino di 9 anni, che esce da scuola alle 4 del pomeriggio e poi viene trascinato a fare anche 2 ore d'inglese la sera fino alle 8, non e' un gran vantaggio, ne' per l'insegnante, ne' per se stesso. ma la sorella, Aum (pronuncia Am), viene al corso nel livello elementare (potrebbe essere tranquillamente in pre-intermedio) e quindi i genitori le fanno portare anche il fratello.
avere Den e Best era comunque non troppo male: Den ormai conosce Best da un sacco di tempo e gli fa da secondo insegnante/controllore. quando hai la sfortuna di essere alla seconda ora pero', Best da' il suo meglio nella distrazione mirabile. e comincia a fare di tutto fuor che seguire la lezione.
oggi, l'ultima lezione con i principianti. non c'e' neanche Den.
solo Best.
il lesson plan ne risente.
ma abbiamo fatto il possibile. lo abbiamo tenuto interessato e in movimento per un'ora e mezza. abbiamo finito un po' prima. ma niente da dire. il docente evaluatore (ma si dice evaluatore in italiano? ho un dubbio) era soddisfatto della nostra prestazione (o performance: lo scrivo per domenico che prima o poi leggera' il blog e apprezzera' il tocco esterofilo, nevvero?).
comunque lezioni di pratica finite.
domani altro test in classe.

per il resto.
abbiamo cominciato a noleggiare film. costa 20 baht (40 centesimi) per due giorni. ma quando prendi un film gli lasci in deposito 200 baht (4 euro) perche' potresti sempre tenerti il VCD o il DVD e in quel modo si cautelano. con 200 baht ne comprano uno nuovo. no problem.
finalmente abbiamo visto Madagascar. la prima parte e' un po' noiosa. a parte i pinguini e le scimmie. la seconda molto divertente. ma senza Sacha Baron Cohen (Ali G) non sarebbe stato lo stesso film.
ci siamo sciroppati Jeux d'enfants (Yann Samuell, 2003). non e' brutto. ma un po' troppo preciso e controllato. specialmente i dialoghi tra loro due bambini. alcune idee carine. depressione finale. non so.
abbiamo gustato un inaspettato Wicker Park (Paul McGuigan, 2004). thriller storia d'amore gioco a incastri. con Josh Hartnett e Diane Kruger. piacevole. Chicago. storie che si intrecciano. bei colori. neve. ci sta.
alla prossima.

congratulazioni,
michael

Donne Thai

Cari,

Siamo quasi arrivati alla fine del corso. Mike ha gia finito tutte le sue lezioni con gli studenti thai. Io finiro' domani. La mia lezione sara' intorno al viaggio. Li daro' una mappa monda e stara' a loro di decidere dove andare e per quanto tempo. Il punto di gramatica della lezione e' il futuro, come parlare di piani per il futuro. Strano di finire proprio con questo soggetto quando prendere decisioni per il futuro tocca proprio a me.
Mi sono divertita insegnando e per me, questo era veramente importante. Volevo avere un'esperienza pratica che mi facesse capire se potevo cavarmela. Adesso la cosa che mi fa un po' paura e' di iniziare le ricerche per un lavoro e forse iniziare un vero lavoro con le sue responsabilita'. Le scelte arrivano sempre troppo presto!

Domani ci traslochiamo. Abbiamo finito il nostro mese nella stanza-appartamento. La prossima destinazione e' a pochi passi, un guest house visto nel buio che scopriremo per bene domani. Puo' darsi che rimaniamo a Chiangmai per capo d'anno. Non ci siamo organizzati abbastanza presto per andare via e questo fin di settimana sara' il casino totale. Ai thai piace tanto qualsiasi motivo per festeggiare. Anche se hanno il loro capo d'anno (che non coincide con il nostro), non importa, sono pronti per ubriacarsi come dei matti (lanciarsi fuori dal balcone). Abbiamo scoperto che l'alcolismo e' un grande problema, specialmente per gli uomini che a volte moiono morti nel fiume o in incidenti stradali. Gia' si vede che sono sempre le donne che lavorano veramente. Sono anche loro che trovano modi di accomodarsi con uomini bianchi. Ci sono tante coppie miste in torno, al solito un uomo di 20 anni o 30 anni di piu' di loro. Quando ci sono i soldi l'eta' non conta. Sembra anche che tutti i occidentali sono belli per i thai. Oggi ho sentito la storia di uno svedese che era stato un anno con una thai. Avevano creato un business (sotto il nome della ragazza, la regola in thailandia e' che tutte le aziende devono apartenere al 51 per cento a un thai) insieme. Communque, lo chiama un giorno dicendogli che la sua roba e' in un albergo; non provare a ritornare a casa perche le serrature sono diverse. Lui chiede dei suoi soldi e lei dice che sono suoi e non avra' niente. Insiste e lei dice che adesso apartengono a lei e al suo marito. La somma di 1 milione di baht. Qua sono tantissimi. Lo svedese scopre dopo che e' stato il terzo a essere rubato. La cosa che trovo incredibile e' che un marito potrebbe incoraggiare sua moglie a essere con un altro. In un certo modo e' prostituire la sua propria moglie.
Allora cari uomini, quando ci venite a trovare, attenti a queste donne che vi vengono a cercare fino all'aeroporto subito dopo aver accompagnato li' l'ultimo ragazzo.

Baci a tutti,
Shanti

Wednesday, December 21, 2005

ore di preparazione e poi in 55 minuti e' tutto finito

vi invio un esempio di lesson plan. quello che ho usato due giorni fa. era fatto abbastanza bene. ma non l'ho eseguito gran che bene. comunque. tanto per darvi un idea di quello che stiamo facendo.
scusate l'inglese ma di tradurlo proprio non mi va.

sorrisi,
michael




LESSON PLAN

CLASS: Beginners - 19th December 2005
Number of students: 3.
Age: 9-30.
Level: beginners.

BOOK: New Headway Beginner.

UNIT/PAGE: Unit Five; pages 32-33.

OBJECTIVE: Students Will Be Able To (S.W.B.A.T) express their likes and dislikes using sentences with I/you/they.

GRAMMAR FOCUS: present simple with the verb Like in questions and statements.

FUNCTION: students should ask each other for their tastes.

NEW VOCABULARY: sports, food and drinks.

MODEL SENTENCES: I like golf. You like football. I like pizza but I don't like meat. Do you like pizza? What sports do you like?

POSSIBLE PROBLEMS: students might have problems using the interrogative form.

SOLUTIONS: drilling and repetition.

MATERIALS: cards, pictures.

PERSONAL OBJECTIVES: to be able to slow down my pace and speak clearly. To adapt to the level of my students since it is the first time I teach beginners.

---

WARMER (8 mins):
Self introduction.
3 categories on the board: Sports, Food, Drinks. Have the students brainstorm on the categories trying to elicit as many words as possible (leave them on the board for later).
Have them comment on the words written on the board and introduce a few more by showing pictures or drawing on the board. Drill for pronunciation.

PRESENTATION (10 mins):
Write down a few words from the ones acquired during the warmer. Draw a smiley faces next to the first word. Write the first model sentence: "I like pizza". Draw another smiley face next to the second word and proceed likewise eliciting model sentences (in the positive or in the negative). Elicit the interrogative form by showing the swapping of subject and verb: "Do you like pizza?". Ask questions to the students about some more words already mentioned.

PRACTICE (20 mins):
1st Activity: ALL
Pictionary with names of sports.
Who likes to draw? We’re going to play a game. This is how it works. Take a card from an envelope that reads: SPORTS. Show the students that you picked one card. Don't show them the card. Mime that it should be kept a secret. Draw the sport on the board and have them guess what it is. Ask the one who guesses right to do the next one.

2nd Activity: ALL
Smiley faces.
Here I have some pictures in this envelope. One at a time they pick a picture; they flip it and see whether there is a smiley face or a "frowny" face, and they have to give a sentence accordingly. Model the first one for them.

3rd Activity: ALL
Jumbled letters.
I have some words but the letters got mixed up (mime "mixed up"). You have to help me make them right. Give each student a jumbled word (according to their level).

PRODUCTION (10 mins): MINGLE
Find someone who...
The students will have a list of questions (and answers) to ask each other about their tastes: what they like and what they don't. At the end they will have to report what they have learnt about their friends. Make a list of their likes and dislikes on the board and have them comment on it.

CONCLUSION (2 mins): What have we learnt today? Do you like English? Do you like studying?

FILLER (5 mins):
Game: Words out of...

Ask the students for letters (write them on the board). Letters scattered on the board. Have the students form words using the letters; write all words on the board; tell them they have to reach 20 words.

Monday, December 19, 2005

Prosciutto

Ciao tutti,

Ho sentito dire che dovrei scrivere in Italiano. Faro' una prova stassera. Non garantisco un gran livello di lingua.

Oggi ho avuto la mia prima lezione con adolescenti di livello elementare. Tre ragazzi, cinque ragazze. In Tailandia, nessuno utilizza il proprio cognome o nome. I genitori danno soprannomi ai loro figli, e questi nomi rimangono quegli utilizzati per tutta la loro vita. La maggior parte dei nomi sono inglesi, o al meno hanno una sonorita' inglese. Nella la mia classe ci sono alcuni nomi interessanti: Pop (f), Ham (m), White (m), Fon (f) (non so se ha qualcosa da vedere con il telefono), Air (f). Ho anche sentito menzionare casi di Ping Pong, Whisky e obviamente Shampoo (ne ho preso possesso). Ho provato di cercare una spiegazione. Come si fa per un padre di chiamare il suo figlio Whisky? La risposta e' semplice, al padre piace bere. I nomi di bibite sono tanti. Allora si potrebbe scegliere qualsiasi oggetto e trasformarlo in un nuovo nome? Certo di no! Ci sono delle regole scure, sconosciute che impediscono una scelta qualsiasi. Le mie ricerche sono soltanto al loro inizio. Forse trovero' un giorno il codice delle nomenclature.
Un altra qualita' thai e' di dire la verita' anche quando potrebbe fare male. Per esempio, se sei grasso, la gente ti puo' facilmente dire: "Come sei grasso oggi." E nessuno si offende. Sei cosi', sei cosi'. Sei brutta, alora perche non dirtilo in faccia? Un popolo onesto.
Comunque lo studente che fino adesso mi colpisce di piu' si chiama Ham (e si, Prosciutto). Un po' grasso (me lo posso permetere) con un inizio di barba (raro per il popolo quasi imberbe). Ha un vero interesse per l'inglese. Viene ogni mese per i corsi serali quasi gratis offerti della scuola per farci praticare. Va gia in una scuola di commercio (forse sembra piu' giovane di quello che e') dove si impara il cinese (obviamente) e altre cose relative al business. Ma il suo vero desiderio e' di diventare un ambasciatore.

Mi fermo qua, i miei occhi non resistono piu' allo schermo.
Baci,
Shanti

Sunday, December 18, 2005

tofu gommoso

si, dovrei essere a scrivere lesson plan per la settimana che viene. ma ho gia' praticamente finito il primo dei tre e quindi mi prendo una pausa per scrivere due righe.
voci mi confermano (e quando le voci confermano siamo alla fine) che mettere foto su Blogger e' diventato piu' arduo. a me in realta' non e' mai sembrato facile. voglio dire, so come si fa, ma il computer non lo fa. che si fa?
troppi fa, vi vedo annoiati, cambio nota.
la? re? do?
Lavaredo, le tre cime?
lavorare la domenica fa questo effetto.

non ho fatto colazione. a pranzo ho mangiato uno stupendo Kao Soi, un piatto tipico del nord della thailandia. una specie di zuppa piu' o meno brodosa, a seconda dei ristoranti, a base di patate, fagioli, roba simile, non saprei. dentro ci sono pezzi di zucca gialla, fagiolini, altre verdure, tofu (o pollo a chi piace) e poi i noodles all'uovo che navigano a mezz'acqua. ma la prima cosa che vedi quando ti portano la scodella e' un mucchietto di stecchi croccanti in cima a tutto il resto. sembrano gusci di fagiolo, gialli e molti stretti. ma sono croccanti e sanno di mais o qualcosa del genere. deliziosi. solo dopo averli ingoiati ti ritrovi a dialogare con i noodles. finiti questi, impugni il fido cucchiaio e sorbisci la zuppa piccante. ma piccante giusta, non piccante thai.
un bel piatto a tre stadi.
fantastico.

una volta finito il corso (la graduation e' il 12 gennaio) andiamo verso il sud. passiamo da Bangkok e poi giu' giu' verso il caldissimo e il mare. sperando che i racconti che si sentono siano esagerazioni. sperando che il turismo selvaggio non sia cosi' selvaggio. ma i dubbi sono molti. vedremo. un po' di spiaggia ci fara' comunque bene. la sorella di shanti dice di conoscere un'isoletta che non sta sulle mappe. isolata come un'isola che si rispetti. e al riparo dai barbari. speriamo non finisca per essere il solito posto che nessuno sa e tutti sanno. che arrivi la' ed il mondo ti ha preceduto. perche' non e' sulle mappe per un motivo: e' terra bruciata. abbandonata al nemico.

quali sono i risultati odierni del celebre gioco Che fara' michael una volta tornato?
qualche suggerimento utile?
magari avete trovato una soluzione.
noi qua stiamo pensando di fare domanda in un po' di scuole. non in thailandia. non siamo molto colpiti dal paese.
pensiamo a questo trittico per il momento: Giappone, Corea, Taiwan. il primo e' il favorito. la seconda e' quella dove cercano di piu', dove pagano meglio. il terzo qualcuno ci dice sia un buon posto per gli insegnanti. vedremo. certo insegnare italiano sarebbe molto piu' semplice. ma questo corso serve per avere il metodo. la lingua da insegnare non importa poi molto. le strategie sono sempre le stesse. il lesson planning, anche.

e' piu' semplice di quello che sembra.

buoni passi a tutti (come scrive il mio relatore; che personaggio),
michael

Saturday, December 17, 2005

se non aspetti che accada, che accade?



altre due chicche.
il ponte sul canale che giraattorno alla citta vecchia (quadrata). e una foto della cerimonia serale nel giorno del compleanno del Re. una roba organizzata in maniera fastosa. come se la Pro Loco di Quarrata si mettesse in testa di organizzare il palio di Siena. stesso feeling.

oggi ho fatto quattro passi per visitare un paio di mini centri commerciali che vendono computer ed elettronica in genere. che posti strani. tutta una serie di negozietti che vendono per la maggior parte computer assemblati. alcune schede di memoria. tanti accessori (i piu' varii). migliaia di cd dvd vcd, etc. e poi parti: il giuoco delle parti. hard disk, schede madri, cavi, memorie di massa di ogni tipo. non ho visto in giro un occidentale. o quasi. tutti thai. tutti a cercare il modem d'occasione per il loro computer, l'ardisco esterno da 250 giga. pianeta smanettone: ma non come potrebbe essere in italia. qui c'e' gente di ogni tipo. e fra i giochi copiati per la ps2 trovi 3 monaci buddisti in arancio che contrattano sul prezzo.
uno dei posti che ho visto era ancora piu' hardcore, il nocciolo duro del fai-da-te elettronico: cavini cavetti jack spinotti ventole di ogni tipo veramente di tutto. gente che gira tra gli scaffali in cerca del pezzo mancante. che stranezza.
tecnologia vicina all'uomo.
un notebook a 400/500 euro. boh.

baci,
michael

ps. mi mancano le patate, i fagioli e il cavolo. si torna sempre al cibo.

pps. ho messo sul sito un riquadrino di annunci di google. non da' troppo fastidio, mi pare.

200 baht of pain

Hello everyone,

I apologise for writing in English but it would take me so much longer to write in Italian. I'm also a bit shy about sticking my Italian next to Michael's. I know you'll all be fine...

Both Michael and my father say I'm the one responsible for dragging them to Thailand and to this crazy course we are all doing. But actually the two of them are doing extremely well. We're actually having a good time together when we're not collapsing with fatigue. I think this is one of the rare moments in my life when I have had absolutely no free time and passed out of exhaustion at 9 or 10 o'clock. Michael is much more resistant than I am and always seems much more calm. But who knows how stressed he actually is inside. Here's a little description of him on a teaching day:

Mr Mike is wearing black trousers, an immaculate white shirt and black tie. He will sometimes wear his black rimmed glasses for an extra professional look. But coolness is not underrated; nothing and no one would make him lose his black stan smiths and growing goaty. In order to have the perfect teacher handwriting he practised for days on his notepad to change his writing from capital letters to small ones. His 'a' is at times still a bit funny but not to worry, all in good time. Michael is obviously the best grammarian amongst the wannabe teachers. He can explain things they never imagined existed. But to be fair most grammar terms are totally unknown to them. No one knows what a conditional is or even worse a subjunctive.

The grammar bit is actually what Michael and I enjoy best. I like putting together the terminology with its precise examples. I discovered the names of English tenses which I sincerely think I never came across before. The best is obviously perfect continuous, it has a nice ring to it! But I don't want you guys to think that we never do anything else than studying. Today for example, we went for a thai massage. I got lucky and had the 70 year old expert lady. The woman did the craziest things to me. You have to basically imagine that a little woman of 1.50 (she's slightly taller than my leg) twists every bit of your body in the strangest of ways. It's more or less like someone inflicting a yoga session onto you. It's painful at times, especially when she kneads your stomach or twistes your legs at an unnatural angle. Her hands almost never slide on you, it's all about pressure points (pressure being the key word). She uses elbows, knees and hands to apply pressure depending on where she massages you. You come out feeling slightly nauseous but also like your head is disconnected from your spine. Not too bad then I guess. I just wanted to go to bed after it and sleep, sleep, sleep. Michael felt it wasn't worth paying 200 baht (4 euros) to have someone inflict pain on you. I don't agree with him (he needs to be massaged more often I say) but will wait a bit until my next thai massage. Maybe I'll go for the more relaxed oil massage next.

baci,
shanti (also known as Shampoo in thailand)

Pai 2 e prendi 3





le prime 4 foto della gita a Pai. sono le uniche che sono riuscito a uploadare. non so se e' un problema di blog o di computer del cavolo che si trovano negli internet cafe. fatto sta che mettere delle foto e' impresa titanica. una, due, si puo' fare. ma io ne volevo mettere 11. impossibile. si pianta qualsiasi cosa.

percio' andremo per gradi.

a presto,
michael

ps. notare la pregnanza assoluta di questi scatti. non sarete piu' gli stessi.

Thursday, December 15, 2005

insegnare l'inglese agli stranieri. che idea bizzarra

mi chiedete di descrivere luoghi, monumenti, punti notevoli, paesaggi, e tanto altro. lo farei volentieri. ci sono solo due problemi:
1. sono sempre qui a Chiangmai (che sembra si scriva tutto attaccato). anzi, a dire il vero sono sempre in giro in una piccola porzione di Chiangmai. sempre le stesse 4 o 5 strade. le cose piu' notevoli che vedo ogni giorno sono: il magnifico e desertissimo centro commerciale in cui facciamo lezione (unica piccola attivita' rimasta in un colosso fantasma di 3 piani); l'alto palazzo di un hotel che da due settimane ha coperto tutta la facciata con un albero di natale fatto di lucine; i ristoranti thai per soli thai dove tutto costa niente e le tovaglie di incerato sono tutte celesti e della nestle.
2. quando sono a scuola c'ho lezione. quando sono a casa devo scrivere i piani per le lezioni. e questa settimana ho tenuto gia' 2 lezioni a una classe di livello elementary, che elementary non era. la prossima settimana avro' lezione tutti i giorni e FARO' lezione lunedi' mercoledi' e venerdi'.

dove lo trovo il tempo per turisteggiare?
appunto, per ora non lo trovo.

le poche foto che ho scattato ho provato a inviarle 3 giorni fa ma la cosa non ha funzionato. sono ancora li', in attesa di pubblicazione.

alla prossima,
vado a fare la nanna.

michael

Monday, December 12, 2005

alain delon e le bomboline fritte

da queste parti prediligono il latte di soia. il latte vaccino si trova raramente. ed e’ piu’ caro. nelle centinaia di bancarelle che vendono cibo per le strade il bicchierone di latte di soia caldo con tanto zucchero e' una prelibatezza consumata da tutti i thailandesi e non. spesso accompagnato da pallette e cilindretti cavi e fritti, una via di mezzo tra i bomboloni e la pasta fritta. anche questi, sempre ricoperti da una pioggia di zucchero.
l'ho gia' detto che in thailandia qualsiasi cosa e' zuccherata? tipo un piatto di noodles, una zuppa, qualsiasi cosa: dentro un po' di zucchero c'e'. e d'accordo. il problema sono le cose che sono gia' dolci di per conto loro. tipo, ordini un te' freddo e, oltre a metterci chili di ghiaccio, ci mettono anche chili di zucchero. quando gli dici "senza zucchero" o "poco zucchero", il cameriere annuisce con l'espressione di chi la sa lunga. e ti porta la bevanda piu' dolce mai realizzata.
tornando al latte di soia. a shanti piace: dice che e' come bere del porridge liquido. concordo sulla similitudine ma secondo me fa abbastanza schifo. le bomboline sono una bonta', senza esagerare.

c'e' poi un grosso mercato di libri usati. ad ogni angolo c'e' un negozietto che li vende, li compra, li da' via a pochissimo. il prezzo medio di un libro (romanzo) nuovo e' di 350/400 baht (7/8 euri). gli usati li trovi dai 60 ai 300 baht (da 1 a 6 euri). non male. ho comprato Libra di Don DeLillo, e' un romanzo sui retroscena dell'assassinio Kennedy. mafia, CIA, cubani. interessante. scritto molto bene. cito breve frase; sta parlando di Lee H. Oswald che, dodicenne a New York, ama viaggiare in metropolitana:

"There was so much iron in the sound of those curves he could almost taste it, like a toy you put in your mouth when you are little."

mi sembra una bella immagine, bella commistione di sensi.
oltre all'usato, la thailandia e' il mercato del copiato/masterizzato/imitato. pullulano ovunque CD, DVD, VCD, DivX, libri fotocopiati, e chi piu' ne ha. si trova tutto cio’ che deve ancora uscire (film, album, software, giochi) a prezzi ridicoli (1, 2, 3 euro). sembra che microsoft qua venda XP ad un prezzo bassissimo per cercare di limitare la pirateria. ma loro lo comprano comunque copiato. la pirateria verso i prodotti culturali (so che domenico ama questa locuzione) occidentali e' decisamente legale in thailandia. ma, mi dicono, se chiedi la copia di un film thai quelli delle bancarelle ti rispondono esterrefatti: ma non si puo', sei pazzo? e' illegale!
ce ne faremo una ragione.

le marche imitate sono una bellezza. ieri siamo stati ad un centro commerciale, quello vicino all'earoporto. si chiama sempre Central (SEN-TRAN) oppure Robinson (LOBIN-SAN, dicono loro). e' un posto immenso, su 5 piani. grandissima estensione di negozi di ogni tipo, divisi per piani. ogni piano ha una parte del grande magazzino generalista interno (Robinson, appunto; come se avessero una Rinascente all'interno di un cento commerciale piu' grande) e poi tutta una serie di altri negozi. al quarto piano c'e' la zona tecnologica: e si trova di tutto. il prezzo della tecnologia e', per quanto ho visto, un po' inferiore a quello occidentale ma dipende molto dalle marche. i grandi nomi (Sony, Apple, HP, etc), se pure meno cari (perche' i prodotti sono tutti fabbricati in Cina o in altro luogo qua vicino) restano comunque a prezzi non stracciati. altre marche minori invece hanno prezzi veramente bassi. seguiranno esempi specifici. adesso non mi va.
al reparto abbigliamento alcuni bei nomi hanno attratto la nostra attenzione: Santa Barbara - Polo and Raquet Club (con lo stemma rifatto di Ralph Lauren); Alain Delon (sara' davero lui?); Luigi Batani (questo sconosciuto); Pulcinella (abbigliamento femminile; la maggior parte delle marche di profumi e abbigliamento sono simil francesi o italiane); Crocodile (col marchio in monocolore del tutto simile al noto coccodrillo). ho comprato un paio di pantaloni di Pierre Cardin. sara' lui? credo di si'. era l'unico paio che ho trovato in cotone 100%. il resto tutto poliestere e viscoso. tutto uno scivolio plasticoso.
siamo andati al Sentran per motivi di corso. martedi' teniamo la prima lezione a studenti thai. dobbiamo vestire formali. pantaloni scuri, camicia e cravatta. sono andato per nero, bianco, nero. sempre valido. trovare le scarpe non era facile. tutta roba con nomi e qualita' improponibili. che non mi sarei mai piu' messo. porto mai scarpe che non siano sneakers? no. e allora.
faro' lezione in Stan Smith nere.
tuttavia, chi volesse un paio di Clarks, qui si trovano a prezzi abbastanza bassi. dai 2000 ai 4000 baht (dai 40 agli 80 euri).
due giorni fa ho fatto un investimento rischioso. ho acquistato dei costosissimi infradito Birkenstock neri. il prezzo era proibitivo (199 baht - 4 euri) ma sono comodissimi. se qualcuno ne avesse bisogno per l'inverno italiano, mi faccia sapere. al massimo mi fate un bonifico.

saluti scalzi,
michael

Saturday, December 10, 2005

cioe', aiuto.

andiamo al cinema a vedere harry potter.

finalmente.

camminiamo una buona mezzora/40 minuti per andare da casa al centro commerciale (Central, pronuncia thai: SEN-TRAN) all'interno del quale si trova la multisala. hanno anche Aeon Flux (vedere, vedere). arriviamo appena in tempo, 5 minuti prima delle 21. per vedere il Goblet of Fire fastidiosamente doppiato in inglese (che c'avranno in testa questi asiatici?) spendiamo 70 baht a biglietto (euro 1e40). certo non e' come pistoia. li' almeno i film li fanno nella lingua originale della famiglia amendola (pace all'anima sua) e li paghi soltanto euro 7espiccioli. ce ne faremo una ragione.

uniche pecche: finisce subito come la mozzarella; e come al solito ti fanno vedere pezzi e bocconi, la storia del libro te la sogni. ma mi hanno confermato che questo era il film, e doveva durare un paio d'ore. allora, me ne faccio una ragione.

la fotografia e' uno spettacolo. la svolta realistica dona molto alla scena. costumi nuovi, aria nuova. forse mi piace ancora piu' del terzo (un po' troppo seventies). questi toni un po' scuri e crudi, tipo film inglese anni 90, mi piacciono decisamente. ben fatto Mr. Newell.

problema. entrati nella nostra sala per vedere il film, ci mettiamo seduti. scorrono un paio di avvisi, spegnete il cellulare. e poi un'aria bucolica prende avvio. tutti gli spettatori si alzano. lo schermo si anima di paesaggi fantastici e thailandesi. piccoli ovali si avvicendano su questo sfondo. si vede il Re in ognuno di essi. stringe mani, s'inchina, saluta, incontra. con gli occhiali, senza occhiali, su un'auto da parata, in uniforme, in vestiti civili. e' la canzone del Re. non l'inno nazionale. la canzone del Re.

resto basito.

dura 3 buoni minuti.

poi tutti a cecce. e via con i trailer.

non so.

sembra che se in thailandia ti cade in terra una moneta o una banconota, la cosa giusta da fare sia aspettare che si fermi.

la porta via il vento?

aspetta che si fermi.

se la schiacci con il piede stai schiacciando la testa del Re.

e loro s'incazzano.

senza considerare che i piedi, secondo i thai, sono la parte piu' infima dell'essere umano. e non solo in senso geografico. non stanno solo in basso. sono anche sporchi, perche' calpestano il suolo. per questo mai mostrare la pianta dei piedi ai thai.

loro s'incazzano.

se vi sedete, tenete le piante ben piantate. non allungate le gambe mostrando il sotto dei piedi.

loro s'incazzano.

aspettando "E forza italia" in tutte le sale del belpaese,

piedi nel viso a tutti,

michael

ciotoline ciotoline, ma se finisci la ratatouille non te la riportano

riprendiamo da dove avevamo lasciato. il brodetto insapore. allora, bisogna spiegare.

perche' in thailandia quando vai in un ristorante trovi sempre un cestino sul tavolo con 4 condimenti. quando dico ristorante intendo qualsiasi ristorante: da quello con il decor à la hiroshima il giorno dopo, a quello alta classe con i camerieri che giocano a rimpiattino tanto sono celeri e invisibili. e' cosi' che li vogliono i thailandesi coi soldi. invisibili. il servizio che c'e' ma non si vede. i 4 condimenti stanno per altrettanti gusti alla base della cucina thailandese: il dolce (lo zucchero), il piccante (il peperoncino macinato grosso), l'aspro (una salsa rossa che giuro non so cos'è), l'insapore (che si oppone al piccante, per quanto capisco). quest'ultimo si manifesta in forma di salsa acquosa con dentro delle fettine di peperoncino verde. tutto chiaro?

quindi, il brodetto insapore (acqua calda e qualche dadino di verdura galleggiante: carota, sedano, boh) serve nel pasto a contrastare gli altri sapori. ed a passare da un gusto all'altro. come il ginger sottaceto che sa di chanel serve a passare da un boccone di sushi a un altro.

ci sono un sacco di cameriere/i in giro per la sala. alcuni spiazzi con 3 o 4 o 5 persone (inutile dire tavoli, ripeto, visto che siamo seduti in terra) e due o tre spianate di persone che tagliano la stanza nel senso della lunghezza. sembrano gruppi di familiari o gruppi di turisti. turisti thai comunque. ci sono al massimo 8 occidentali in tutta la sala: noi compresi. al centro dello spiazzo abbiamo un tavolinetto circolare (un vassoio rialzato) sul quale poco dopo appoggiano un gran vassoio con tutta una serie di ciotoline. portano anche una ciotola grande di riso, che si sposa un po' con tutto. oltre a quello, ognuno di noi ha una piccola scatola di bambu' (o similare) con dentro un po' di sticky rice. che poi non e' altro che riso appiccicato. ma non credo lo facciano semplicemente ultracuocendolo. non so. si trova un po' ovunque. si mangia con le mani. non e' per niente male.

il vassoio centrale contiene: al cento verdure crude o semicrude (cavolo, fagiolini, altro cavolo); ai lati, verdure fritte, banana a fette fritta (delizia), una specie di riso lungo sempre tipo sticky ma un po' colorato non ho idea, un sugo tipo ratatouille con pomodori cipolla e non so bene che altro (molto buono molto), un mistarello di verdure (zucchini ma non proprio, ananas, una roba verde che fanno a spicchi e mettono ovunque non so cos'e' e forse pesca; no, non puo' essere lei: pesca non ha mai chiesto di piu'), dei cilindretti fritti tipo won ton che sanno ovviamente di pesce, un mistarello di cavolo cotto.

mentre mangiamo i camerieri continuano a girare attorno e ogni tanto si fermano e sostituiscono le ciotoline vuote con ciotoline piene.

intanto hanno cominciato a suonare. 4 o 5 suonatori sul palco. con strumenti che denotano una certa estrosita' per me, e sicuramente la noia per loro che li vedono sempre. composizioni cacofoniche si susseguono mentre mangiamo. hanno una struttura molto diversa dalla musica occidentale. suono e silenzio si alternano in modo curioso. amerebbero certi lavori di John Zorn usciti per la Zadik. ricordano i giapponesi impazziti che ascoltavo tempo addietro (i Ruins). ma meno impetuosi. decisamente.

quando siamo gia' pieni di fritti e frittini, i suonatori gettano la spugna. solo per ripresentarsi 5 minuti dopo nei panni degli accompagnatori musicali dei movimenti di 6 danzatrici. molti movimenti di braccia. e mani, e polsi. lenti e striscianti movimenti dei piedi. non sembrano gran che sincronizzate queste danzatrici. fatto strano, visto che che la stessa cosa credo si ripeta ogni sera con estenuante ripetitivita'. povere loro.

forse la sincronia non e' importante.

le danze si avvicendano a piu' riprese e con sfoggio di molti costumi e cappelli a forma di testa di pollo (lo so). fiumi di trucco sui volti. ad ogni intervallo una voce da chissa' dove annuncia, prima in thai poi in inglese, l'argomento del ballo successivo. si capisce molto di piu' in thai.

alla fine non ne possiamo piu'.

la voce dell'annunciatrice ci avverte che la PRIMA parte dello spettacolo e' finita. la seconda si terra' nell'altro salone. vicino a dove ci siamo tolti le scarpe la prima volta.

usciamo. riprendiamo le scarpe e ci incamminiamo verso l'altro lato del cortile.

non facciamo in tempo ad arrivarci. abbiamo gia' deciso che per stasera basta con le atmosfere surreali.

e' un posto che ha un gusto di tradizione, ma un deciso retrogusto aspro e turistico. e quando ti riempie la bocca e' troppo tardi. te lo tieni per due giorni. esattamente come il fritto e la cipolla.


michael


Friday, December 09, 2005

brodetto insapore e gechi sul muro

benvenuti nel 2548,

ebbene si', in thailandia vige l'anno buddista che parte dal 543 avanti cristo. anno in cui il buddha nacque. quando ancora del buon nazareno non si udiva nemmeno fantasticare. certo la cosa rincuora.

breve nota per tutti coloro che abbiano tentato di scrivere commenti al blog e si siano imbattuti in una registrazione. il problema adesso dovrebbe essere risolto. chiunque puo' postare un commento. coloro che non sono soddisfatti del mio uso della parola "postare", possono postare le loro critiche e saranno sempre ben accette. non seguite, forse. ma bene accette.

vorrei scrivere piu' spesso ma tra il corso e prepararsi per le lezioni e andare a cena le giornate volano che e' una bellezza. ieri, essendo il compleanno di shanti (si, lo scrivo minuscolo ma e' solo che cerco di scrivere in maiuscolo il meno possibile; fanno comprensibile eccezione i titoli dei film), dicevo essendo il suo compleanno siamo andati tutti e tre a mangiare in un bizzarro luogo vicino all'aeroporto. un centro culturale (si chiama cosi'), tutto a un piano, con una corte davanti con alberi e piante e costruzioni in legno che sembrano sempre templi ma templi non sono. un centro che fa un po' da albergo, un po' da ristorante, un po' da teatro di musica tradizionale e ballo tipico, e un po' da museo del tessuto (direte: che c'entra? son mica pratesi: no, sono thailandesi. stessa stessa cosa, a parte gli occhi e i vestiti e l'ossessione per il pollo e il maiale. senza considerare la parte di prato che parla cinese, ovvio).
siamo arrivati e ci sono voluti 5 minuti buoni prima di capire con quale strano nome avevano battezzato la nostra prenotazione. alla fine era SATIN. secondo taluni l'anagramma di (OGNIS)SANTI, secondo altri semplicemente SHANTI scritto male (ora l'ho scritto tutto maiuscolo perche' trattasi di lessema oggetto dell'analisi: c'e' sempre una ratio).
poi ci togliamo le scarpe e le diamo a due ragazze dietro un banco tipo guardaroba, ma guardano soltanto le scarpe. poi ci dicono che la stanza della cena e' dalla parte opposta del cortile. rimettiti le scarpe (non che le infradito siano troppo un problema). attraversa il cortile e cosa ti ritrovi? un altro bancone. con le solite ragazze, o copie di esse. ridagli le scarpe.
entriamo nella sala della cena. una grande sala con sul lato di fondo un palcoscenico.
ci conducono al tavolo, pardon, allo spiazzo. piatti per terra. tovaglioli, anche. roba seria. ciotole e ciotoline e un cuscino dalla forma triangolare che sta in piedi. ci posso mettere il culo, staro' sicuramente piu' comodo. ti piacerebbe. ne' culo ne' piedi. puoi solo appoggiartici(-vi -li -mi) con un braccio una volta messe le gambe a giovincella della colazione sull'erba e esserti reclinato su un fianco. ma ecco che arriva il brodetto insapore.

e qui vi lascio.
a domani (forse),
michael


Monday, December 05, 2005

banchetti ampollosi

non siamo ancora ripartiti da Pai.
colazione con verdure grigliate e riso alle ore 8. ormai ho deciso che basta con i tentativi di occidentalizzazione tipo pancake e frittatine. tanto poi ti costano uguale e sono fatti peggio. meglio imbracciare cucchiaio e forchetta (o bacchette se volete, ma per gli ultimi chicchi vi sfido) e lasciarsi colonizzare dall'abbondanza di vegetali semicrudi (croccanti e sanissimi, dicono i piu' accorti) e di un monticello di riso appena tolto dalla cuociriso (se avete un termine migliore, offritelo). stiamo ancora tentando la via vegetariana alla cucina thailandese. mentre loro se la ridono e ingoiano polpette di carne ripiene di altra carne. di tre animali diversi. pollo e maiale sovrani ovunque. ci domandiamo, ma quelle verdurine croccanti le spadellano mica con del buon brodo di pollo? perche' a quel punto siamo daccapo. salvezza, non ne vediamo.
alle 8.45 siamo alla fermata dell'autobus per Chiang Mai. ci sono gia' un bel po' di thai in attesa. dopo quei pochi minuti trascorsi seduti a guardarsi i piedi e leggere un libro, alle 10.30 finalmente l'autobus arriva. pieno.
scenderanno.
aspetta, scendono.
adesso scendono e poi saliamo noi per andare a Chiang Mai.

non scendono?
come non scendono?
e dove vanno?
ma quando sono saliti tutti questi thai?
e' pieno.
o saliamo e stiamo in piedi per 4 ore. o rimaniamo e aspettiamo una migliore occasione.
il prossimo autobus e' alle 12.

andiamo all'agenzia dei minibus. il prossimo parte alle 15. ti pare. era ovvio.
costa 150 baht invece di 65. ma almeno possiamo comprare il biglietto e stampare il nome sul seggiolino.
il padre di shanti parte per la tangente. e decide di fare l'autostop. ci rivediamo con lui stasera cena. chissa' se arrivera' prima di noi.

nell'attesa un te' freddo con troppo zucchero (nozione un po' capziosa, visto che quando c'e' lo zucchero nel te' freddo e' sempre troppo, di default) e una coca in riva al fiume.

aspettando l'apertura di Mama Falafel. non si puo' ripartire senza aver ri-mangiato i fantastici falafel fatti da una thai.
ah, abbiamo mangiato 5 o 6 volte in uno stesso posto a Pai. si chiama The Link. hanno il green curry piu' buono che (finora) abbiamo provato. lo dobbiamo dire.
anche se qui i ristoranti hanno sempre nel menu un pacco di foglietti e fogliettini di raccomandazioni fatte da precedenti avventori: il miglior cibo in thailandia, il miglior cibo del pianeta, venite qui se no non siete uomini, etc etc. sono tutte palle, ovviamente. ma che ci vuoi fare. il turista quando trova qualcosa di buono da' di balta. e scrive minchiate.

laagon,
michael

Sunday, December 04, 2005

tristi tropici

salve di nuovo,
e' passato del tempo dall'ultima volta.
rubo il titolo al libro meglio titolato nella storia del libro (Claude Lévi-Strauss, Tristes Tropiques, Paris : Libraire Plon, 1955) per parlare brevemente del mio raffreddore. aria condizionata, caldo di giorno e freddo di notte, dormi senza coperte e poi. ti raffreddi. e sei costretto a comprare un'aspirina thai.
e via con le giustificazioni; non ho scritto quasi per niente perche':
1. non ho la connessione a casa, e la cosa mi strazia (credo che faro' presto l'investimento di 1300 baht / 26 euri per avere l'adsl per un mese - costa meno tiscali).
2. il corso TEFL dura dalle 8 e 50 del mattino alle 4 del pomeriggio. il resto del tempo e' stato tutto un cercare una sistemazione migliore rispetto alla prima che avevamo ed un girare brevemente per le strade di Chiang Mai, prima di collassare a letto alle ore 9 di sera. vanno a letto piu' tardi i polli con l'aviaria.
3. venerdi' era festa, non c'era corso e non c'e' neanche domani, lunedi', perche' e' il compleanno del Re. ebbene si', anche lui compie gli anni. ci sono da ogni parte gigantografie con la sua foto. avvolto in oro frizzi e lazzi e con gli occhiali. pare abbia 40 anni, ma e' una foto di tanto, tanto, tanto tempo fa. ne ha 80: dicono i piu' informati (i piu' informati di me in merito alla dinastia reale thai, che ci vuole proprio poco). con tutte queste feste di mezzo abbiamo deciso di fare il week end lungo e andare in un paesino vicino (3 ore di minibus con l'aria condizionata, mi vogliono uccidere) chiamato Pai: si pronuncia come si scrive. Pai e' un posto turistico a palla, sulle colline/montagne a nord ovest di Chiang Mai. un posto di villeggiatura. due strade che si incrociano con solo negozi ristoranti e guest house. una San Marino in pianura che ribolle di gionro e puzza di fritto (anche di notte). un Mont Saint Michel immerso nella sabbia e nella polvere e senza il trucco da macellaio francese della marea che si alza e si abbassa. in compenso c'e' un fiume che si chiama, rullo di tamburi, Pai River. lo so, siamo tutti esterrefatti. qualche settimana fa c'e' stata un'alluvione. le capanne e tutto quello che stava lungo il fiume sono andati giu'. e loro ricostruiscono. sempre sul fiume, sempre di legno. piani regolatori stringenti quanto quelli della camorra. o della sardegna di berlusconi.
adesso vado, perche' sudo per l'aspirina. e ho fame.
domani ritorno a Chiang Mai.

lagon,
michael

ps. grazie a tutti per i commenti, saro' piu' assiduo. forse.
pps. the easter egg is in the eye of the beholder.

Saturday, November 26, 2005

il logo della thai airlines non lascia a desiderare

sembra che ovunque vada, appena accendo il portatile le lucine cilestrine della connessione di rete lampeggiano gia’ ricevendo e inviando pacchetti di informazioni. sara’ fortuna, o il mondo e’ diventato un posto meraviglioso traboccante di reti wi-fi che aspettano solo di essere scroccate. ma dico io, una password, una crittografia anche del cavolo, non ce la mette nessuno a queste reti?
speriamo, comunque, che continuino cosi’.

Dopo le 6 ore di volo da Kuwait City a Bangkok eravamo esausti. sicuramente sarebbe stato peggio se le ore del viaggio (11) fossero state tutte di fila. dopo aver visto due film del cavolo (
Bob the Butler con Tom Green e' una chicca, Bewitched di Nora Ephrom e' inguardabile, ma chi la fa ancora lavorare quella donna? e quella povera Nicole Kidman non aveva altro da fare che due film del cazzo come The Stepford Wives e quest'ultima meraviglia? mi rifiuta di fare Manderlay di Von Trier per quelle cazzate? ma andiamo...) dicevo, dopo aver visto due film, anzi 4 film in tutto che fa uno sull'aereo? jumping out sure comes to mind.

arrivati a Bangkok facciamo una fila di un'ora al banco dell'immigrazione. ad ogni banco hanno una webcam e mentre ti fanno compilare il foglietto con i dati del tuo soggiorno ti fanno fare un passo indietro e scattano una foto: che simpaticoni. hanno voluto per forza che specificassimo un recapito in thailandia, anche a costo di darci una guida degli hotel di bangkok e farcene scegliere uno a caso. ho scelto il Fortuna, il nome suonava ominoso, ma insomma. lo consiglio a tutti. e forse un giorno ci andro' davvero.

dopo un bel po' di richieste di informazioni e tante camminate per il terminal dei voli internazionali, un'anima pia della Thai Airlines ci ha svelato l'arcano: per prendere il volo domestico (Bangkok-Chiang Mai) bisogna prendere un autobus e farsi portare all'altro terminal, quello delle partenze domestiche. chi lo avrebbe mai detto. la' compriamo il biglietto, tutto sommato non troppo caro. ma e' un'altra ora e mezzo di volo, altri pasti in monoporzione e altri succhi di frutta e altro te' o caffe' (mai scegliere il caffe', under any circumstances). in compenso e' cibo finto-thai e ci danno una scatolina piccola piccola di piccoli frutti secchi (sono tipici). si chiamano Longan. io, mai sentiti. una specie di uvetta incrociata col dattero e le albicocche. ma grande come l'uvetta. si', ne puoi mangiare 3.

arriviamo a Chiang Mai e se e' caldo. 30 gradi, umido. ma non tanto quanto Bangkok. prendiamo un taxi (o finto taxi che sia) che per 120 baht (euro 2.40) ci porta nei pressi dell'indirizzo che gli abbiamo mostrato. cerchiamo una certa Giant House, una guest house dove gia' si dovrebbe trovare il padre di Shanti. il tassista non sa dove sia. giriamo in torno per un po'. nessuno sembra averla mai sentita nominare. ovvio. ci facciamo lasciare in un punto qualsiasi e proseguiamo a piedi, con buona pace (velata di dispiacere per non essere stato utile) del tassista.

ci troviamo nel Soi (vicolo) numero 6, una delle tante perpendicolari alla via principale, Muang Road. ci inoltriamo fino a trovare uno dei numerosi internet cafe'. per 5 baht (10 cent di euro) googleiamo Giant House e viene fuori un indirizzo. si trova nel Soi 6, neanche a farlo a posta. e' infatti neanche 100 metri piu' avanti. ovvio.



il padre di shanti non e' in stanza (il dottor thomas non e' in sede). prendiamo una stanza anche noi e riusciamo per fare un giro e cercare i fondamentali: carta igienica, shanpoo e infradito (per la gioia di personaggi del calibro del Meo, della Natalia, e del Jaco). le trovo nere, le infradito. ma tentenno sull'acquisto, l'investimento si prova in effetti oneroso: 59 baht (poco piu' di 1 euro). belle le mie hawaiianas.

urli dalla finestra e sudori estivi,
michael

ps. dov'e' la birra?

Friday, November 25, 2005

l'importante e' scroccare reti senza fili, shukran.

ma cari,

tanto per non perdere l'abitudine, scrivo subito due righe da Kuwait City, o meglio dal suo aeroporto.
buio, pezzole bianche, deserto con bassi cespugli bassi.
siamo arrivati da poco. ancora due ore in questo aeroporto e poi si riparte per Bangkok. altre sei meravigliose ore di viaggio aereo intervallate da film su miniteleschermi che si sentono male e si vedono peggio. panni caldi (uno), cibi che restano stranamente bollenti per ore, anche dopo averli gia' mangiati. la prima classe e' un'altra cosa. appunto, ci sara' un motivo per cui non la prendiamo.

ampi gesti con la mano ad indicare ammirazione e sfrontatezza a tutti voi in ascolto,
michael (shanti shantizzato)