riprendiamo da dove avevamo lasciato. il brodetto insapore. allora, bisogna spiegare.
perche' in thailandia quando vai in un ristorante trovi sempre un cestino sul tavolo con 4 condimenti. quando dico ristorante intendo qualsiasi ristorante: da quello con il decor à la
quindi, il brodetto insapore (acqua calda e qualche dadino di verdura galleggiante: carota, sedano, boh) serve nel
ci sono un sacco di cameriere/i in giro per la sala. alcuni spiazzi con 3 o 4 o 5 persone (inutile dire tavoli, ripeto, visto che siamo seduti in terra) e due o tre spianate di persone che tagliano la stanza nel senso della lunghezza. sembrano gruppi di familiari o gruppi di turisti. turisti thai comunque. ci sono al massimo 8 occidentali in tutta la sala: noi compresi. al centro dello spiazzo abbiamo un tavolinetto circolare (un vassoio rialzato) sul quale poco dopo appoggiano un gran vassoio con tutta una serie di ciotoline. portano anche una ciotola grande di riso, che si sposa un po' con tutto. oltre a quello, ognuno di noi ha una piccola scatola di bambu' (o similare) con dentro un po' di sticky rice. che poi non e' altro che riso appiccicato. ma non credo lo facciano semplicemente ultracuocendolo. non so. si trova un po' ovunque. si mangia con le mani. non e' per niente male.
il vassoio centrale contiene: al cento verdure crude o semicrude (cavolo, fagiolini, altro cavolo); ai lati, verdure fritte, banana a fette fritta (delizia), una specie di riso lungo sempre tipo sticky ma un po' colorato non ho idea, un sugo tipo ratatouille con pomodori cipolla e non so bene che altro (molto buono molto), un mistarello di verdure (zucchini ma non proprio, ananas, una roba verde che fanno a spicchi e mettono ovunque non so cos'e' e forse pesca; no, non puo' essere lei: pesca non ha mai chiesto di piu'), dei cilindretti fritti tipo won ton che sanno ovviamente di pesce, un mistarello di cavolo cotto.
mentre mangiamo i camerieri continuano a girare attorno e ogni tanto si fermano e sostituiscono le ciotoline vuote con ciotoline piene.
intanto hanno cominciato a suonare. 4 o 5 suonatori sul palco. con strumenti che denotano una certa estrosita' per me, e sicuramente la noia per loro che li vedono sempre. composizioni cacofoniche si susseguono mentre mangiamo. hanno una struttura molto diversa dalla musica occidentale. suono e silenzio si alternano in modo curioso. amerebbero certi lavori di John Zorn usciti per la Zadik. ricordano i giapponesi impazziti che ascoltavo tempo addietro (i Ruins). ma meno impetuosi. decisamente.
quando siamo gia' pieni di fritti e frittini, i suonatori gettano la spugna. solo per ripresentarsi 5 minuti dopo nei panni degli accompagnatori musicali dei movimenti di 6 danzatrici. molti movimenti di braccia. e mani, e polsi. lenti e striscianti movimenti dei piedi. non sembrano gran che sincronizzate queste danzatrici. fatto strano, visto che che la stessa cosa credo si ripeta ogni sera con estenuante ripetitivita'. povere loro.
forse la sincronia non e' importante.
le danze si avvicendano a piu' riprese e con sfoggio di molti costumi e cappelli a forma di testa di pollo (lo so). fiumi di trucco sui volti. ad ogni intervallo una voce da chissa' dove annuncia, prima in thai poi in inglese, l'argomento del ballo successivo. si capisce molto di piu' in thai.
alla fine non ne possiamo piu'.
la voce dell'annunciatrice ci avverte che la PRIMA parte dello spettacolo e' finita. la seconda si terra' nell'altro salone. vicino a dove ci siamo tolti le scarpe la prima volta.
usciamo. riprendiamo le scarpe e ci incamminiamo verso l'altro lato del cortile.
non facciamo in tempo ad arrivarci. abbiamo gia' deciso che per stasera basta con le atmosfere surreali.
michael
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