Friday, October 19, 2007

acqua e farina: milleusi


l'ultimo passaggio di burocrazia da espletare, prima di cominciare a lavorare, era andare ad una misteriosa oficina (uno dei tanti falsi amici, in castigliano oficina vuol dire "ufficio" e taller vuol dire "officina", e non tailleur, ma questa è un'altra storia) chiamata Hacienda. e che sarà mai? e poi per farci cosa? per richiedere degli adesivi. boh. e con questi adesivi che ci faccio? gli dai al tuo datore di lavoro. il mistero s'infittisce.

dicono che servano a fini fiscali.

sono basito.

comunque l'Hacienda si trova vicino al metro Guzman el Bueno, che come nome trovo sia tutto un programma. scopro su wikipedia che el Bueno fu il primo Señor de Sanlúcar (1297-1309)... la portata di tale assunto credo sia chiara a tutti e suscita in me un chiaro e spontaneo: e 'sti cazzi?

mi reco alla detta stazione accompagnando per parte del suo tragitto shanti, che se ne va al lavoro. ci separiamo a Nuevos Ministerios, dopo un edificante viaggio in Cercanias (una via di mezzo tra treno e metropolitana che può far risparmiare minuti preziosi all'uomo e alla donna di corsa). arrivato al mio Guzman, mi oriento a colpi di sestante e di carta di Madrid; forse a dire il vero più con la seconda che con il primo; anzi il primo non l'ho usato per niente. quando, dopo pochi minuti, adocchio il grande edificio dell'Hacienda noto un grande via-vai. mi sa che un sacco di gente ha comprato l'album e ora fatica a trovare le figurine mancanti. speriamo bene.

all'entrata c'è addirittura il metal detector. roba seria. il cellulare che ho in tasca non suona.

al banco informazioni basta sospirare la parola pegatinas (adesivi) e ti danno un numero d'attesa e una direzione: su per le scale, zona A.

salgo. raggiungo la zona A, che, incredibile dictu, è la prima che mi si para davanti. mi siedo, visto che ho davanti a me almeno 20 numeri. leggendo qualche pagina di libro l'attesa scorre veloce e mi ritrovo col 192 vincente in mano. raggiungo la mujer al bancone numero 9. chiedo le etiquetas (parola più ufficiale, mi par di capire). lei vuole il mio NIE originale, il DNI (la carta d'identità) e un "modolo che è da ripienare". benissimo.

mi chiede con fare conspiratorio: è la prima volta, suppongo?

beh, sì. (è male?)

bene, bene. allora sì, riempi questo e riportamelo, senza riprendere il numero.

(e vorrei vedere!)

quando torno col foglio in bocca, tutto fila liscio. mi stampa una paginata di etichette con il mio nome, la residenza e un lungo codice a barre. ora sono proprio nel sistema, penso. sono fregato.

rimetto le auricolari (qualcuno ha criticato il mio uso della parola "cuffie"; sembra che faccia la doccia o vada in piscina, pare; suppongo suoni abbastanza Sony anni '80, mentre auricolari fa tanto Aiwa anni '90) e torno alla stazione del Bueno. da lì un paio di fermate e sono alla mia scuola (quella per cui insegnerò) per lasciare gli adesivi.

quando arrivo parlo con la segretaria e anche la direttrice mi vede e mi saluta. dice che ci vedremo la prossima settimana per firmare il contratto; e di lasciare 2 figurine. capisco, le altre ce le hanno già. il solito culo.

(note to self: chiedere agli spagnoli come si dice ce-lo/mi-ma nella loro varietà linguistica regionale.)

dopo il successo burocratico decido di tornare all'ovile. imbocco l'Avenida del Principe de Vergara (lunghissima) e mi faccio praticamente dal metro Colombia a casa tutto a piedi. che, vi assicuro, sembrava un'idea simpatica d'acchito ma fa tanto male poi.

lungo la strada ho trovato un negozio dal nome: I'Bagel. non oso pronunciarlo. non saprei che lingua adottare. entro come nell'oasi del miraggio e un po' titubante chiedo 2 bagel al sesamo da portar via. le ragazze, dietro un bancone tipo self-service (mille ragazze; zero clienti), mi guardano come se avessi chiesto Mirra o un cofanetto celebrativo di MacGyver. arriva addirittura il capo con l'aria di colui che ne sa una più del Colonnello Kentucky. ripeto la richiesta. mi fa cento domande neanche parlassi russo e mi attacca un pippone sul fatto che di bagel ne esistono due tipi, uno piccolo come un doughnut e uno grande, detto anche britannico o americano. quale voglio? quello grande. certo, uno come te, grande come sei. sparisce in cucina. riappare un secondo dopo chiedendo se mi vanno bene congelate. no, se le volevo congelate andavo al carrefour. ri-sparisce. torna con un sacchetto di carta già chiuso. lo dà alla cassiera, che mi dice: sai, ci sono solo quelle piccole, però almeno sono al sesamo. va bene, va bene. pago 2 euro e fuggo. tutta 'sta storia per 2 euro di bagel ex-surgelate.

alcune (rare) volte nella vita uno vorrebbe proprio essere paracadutato a new york. no questions asked.

9 comments:

Luca Giacomelli said...

si mi torchiano ma io rispondo come Fabrizi in "c'eravamo tanto amati":
TANTO NUN MORO....

Luca Giacomelli said...

Sono stato un po' parco di parole nelle ultime settimane.
Allora i miei primi giorni da privilegiato indeterminato sono stati duri ma costruttivi e senza cadute.
Sono entrato nel momento di maggiore lavoro e di minore disponibilità di personale. Faccio Assistenza clienti e data-entry.
Molto utili per cominciare a capire cosa bisogna fare.
Da qualche giorno seguo anche le "patologie" ovvero "quando il servizio non è come ci si aspettava".
Colleghi giovani, poco tempo per scherzare e parlare in questo periodo.
Mi assicurano che è solo un mese poi sarà tutto più calmo.
Per il resto tutto (relativamente) bene.
Tra un mese circa divento zio. La cosa mi entusiasma molto. Il nome l'hanno già deciso. Sarà Elia!!
Vi penso spesso!
Saluti & Baci ! Mi-ci e secondo me anche vi mancate!

nonsisamai said...

ciao! giungo qui via meo per la prima volta. anch'io sono all'estero, ripassero' a leggere con piu' calma.

nonsisamai

cizuti said...

jack, congratulazioni per lo "ziato" che contrariamente all'abigeato non è né reato né parola accettata dalla Crusca. Elia mi sembra anche un bel nome. sono un fermo sostenitore dei nomi che hanno una almeno una di queste quattro lettere: A E I L. e direi che qui ci siamo alla grande. tu che dici?
Mi/ci/vi mancate anche voi.

nonsisamai, grazie per la visita. hai scelto un bel nome.
ho fatto un rapido giretto nel tuo reame e mi sono divertito molto. rapido perché qui sono ormai le una di notte (o del mattino?) e pur essendo trapiantato in spagna continuo a porre (insensati) limiti alle ore di veglia.
anch'io ripasserò presto.

Anonymous said...

congratulazioni al jack e ai genitori.
jack. jack? JACK!?
notizia: albus dumbledore è gay.
http://www.corriere.it/cronache/
07_ottobre_20/harry_potter_
albus_gay.shtml
commento: ottima, la decisione.
didattica, per i tanti ragazzi che hanno letto il libro. la rowling continua a sorprendermi positivamente.
avrebbe meritato uno spazio tutto suo, questa notizia.
D.
ps
visti primi 6 episodi di heroes: divertenti.

Luca Giacomelli said...

Ma chi è sta cazzo di D?

cizuti said...

è quell'imbecille (perché imbelle) di domenico. quel tipo siciliano. di più non so.

Luca Giacomelli said...

ce l'ho ora su skipe
che faccio lo infamo?

leo93 said...

acqua e farina? uova e farina è meglio consente di assimilare piu di 4 uova alla settimana