
vedere paprika subito dopo (o almeno cosi' pare) Tokyo Godfathers fa un po' impressione. comincia in un tripudio di miccette, un diluvio di colori e la neve dei padrini sembra tanto lontana. ma in fondo il sentimento e' similare. meno toccante e piu' deciso. scienza investigazione e tanto sogno mischiati in un polverone di citazioni che vengono da ogni dove. alcune quasi ruffiane, alla The Dreamers di Bertolucci. ma non scherziamo con i paragoni. i giapponesi sono malati ma hanno nel cuore un sogno. un connubio di energie della madre terra che non puoi trovare in nessun altro posto. vengo dalla visione casalinga, un po' stupita e silenziosa, del primo episodio di Mushishi, altra saga animata sugli spiriti che abitano il mondo, sotto la sua superficie. e allora tutto in questo paprika speziato e roboante di realta' parallele alla fine mi torna. tutto quadra anzi cerchia. e la solita amabile femminile ed eroica protagonista (dei sogni) salva il mondo dall'invidia di immortalita' di un uomo. chi ha detto che Kon Satoshi ha fatto un film lynchiano ha colto nel segno ma, credo, senza saperne il perche'. non c'e' niente di nascosto e quotidiano in questa luce del sole mirabolante e in perenne corteo di paprika. tutte le carte sono scoperte. ma il sentimento di unita' e dualismo originale ricorda, in effetti, certi versi di lynch, certe fughe in vertigine e tuffi nel blu'. chissa' se tutti questi miyazaki di venezia avranno i riconoscimenti che meritano.
e le menti che abitano il Giappone
bruciano tutte
in una direzione.
a presto,
michael
2 comments:
urka :o
quell'uomo e' difficile da dimenticare. oggi mi sono alzato alle 5 e mezzo per andare a prendermi due biglietti. la biglietteria apre alle 8.
ce l'ho fatta.
e domani mi aspettano 172 minuti di minchiate, ad opera di quel cialtrone per niente mascherato.
ma l'ammore e' l'ammore.
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