
Sono tornati i cappelloni. Questa volta hanno il mullet e parlano americano con uno strano accento. Ah già sono polacchi.
La prima domanda che viene da porsi è: ma dove cavolo l'hanno trovato il deserto in Polonia?
Domanda che persino la ragazza polacca (a volte si dice il caso) che sedeva accanto a me si stava facendo. E se non sa rispondere lei...
Piotr Uklanski, artista poliedrico, per il suo debutto registico ha deciso di rispolverare un vecchio cavallo di battaglia americano, seguendo pero' l'esperienza italiana, per presentarci il far west almeno a sua insaputa. Cowboy sporchi e sanquinanti, ubriachi e deficienti. Uno sceriffo che si finge cieco (e invece e' polacco) e poi si rivela un'incapace. Un cacciatore di taglie per caso, che non e' all'altezza. Una barista che sfoggia un balconcino esagerato e si lancia in monologhi strizzacoglioni. E una masnada di idioti che girano in cerchio, a cavallo tra i monti, seguendo tracce che non ci sono, e sparandosi tra loro.
Insomma, un giallo. Senza il maggiordomo a far da capro espiatorio.
Si ride abbastanza. Si ghigna. Si prova stupore. Si ammirano inquadrature surreali. Si plaude all'impiego di Val Kilmer: cadavere deriso e bistrattato, trascinato e abbandonato sotto il sole, per tutto il film. Fino a 3/4 si aspetta un flashback, si spera che Val parli (polacco), si immagina chissa' quale colpo di scena. Ma niente, niente accade. Ed e' bellissimo cosi'.
Giudizio: un po' lungo, ma giocoso, sporco e cattivo.
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