Friday, December 09, 2005

brodetto insapore e gechi sul muro

benvenuti nel 2548,

ebbene si', in thailandia vige l'anno buddista che parte dal 543 avanti cristo. anno in cui il buddha nacque. quando ancora del buon nazareno non si udiva nemmeno fantasticare. certo la cosa rincuora.

breve nota per tutti coloro che abbiano tentato di scrivere commenti al blog e si siano imbattuti in una registrazione. il problema adesso dovrebbe essere risolto. chiunque puo' postare un commento. coloro che non sono soddisfatti del mio uso della parola "postare", possono postare le loro critiche e saranno sempre ben accette. non seguite, forse. ma bene accette.

vorrei scrivere piu' spesso ma tra il corso e prepararsi per le lezioni e andare a cena le giornate volano che e' una bellezza. ieri, essendo il compleanno di shanti (si, lo scrivo minuscolo ma e' solo che cerco di scrivere in maiuscolo il meno possibile; fanno comprensibile eccezione i titoli dei film), dicevo essendo il suo compleanno siamo andati tutti e tre a mangiare in un bizzarro luogo vicino all'aeroporto. un centro culturale (si chiama cosi'), tutto a un piano, con una corte davanti con alberi e piante e costruzioni in legno che sembrano sempre templi ma templi non sono. un centro che fa un po' da albergo, un po' da ristorante, un po' da teatro di musica tradizionale e ballo tipico, e un po' da museo del tessuto (direte: che c'entra? son mica pratesi: no, sono thailandesi. stessa stessa cosa, a parte gli occhi e i vestiti e l'ossessione per il pollo e il maiale. senza considerare la parte di prato che parla cinese, ovvio).
siamo arrivati e ci sono voluti 5 minuti buoni prima di capire con quale strano nome avevano battezzato la nostra prenotazione. alla fine era SATIN. secondo taluni l'anagramma di (OGNIS)SANTI, secondo altri semplicemente SHANTI scritto male (ora l'ho scritto tutto maiuscolo perche' trattasi di lessema oggetto dell'analisi: c'e' sempre una ratio).
poi ci togliamo le scarpe e le diamo a due ragazze dietro un banco tipo guardaroba, ma guardano soltanto le scarpe. poi ci dicono che la stanza della cena e' dalla parte opposta del cortile. rimettiti le scarpe (non che le infradito siano troppo un problema). attraversa il cortile e cosa ti ritrovi? un altro bancone. con le solite ragazze, o copie di esse. ridagli le scarpe.
entriamo nella sala della cena. una grande sala con sul lato di fondo un palcoscenico.
ci conducono al tavolo, pardon, allo spiazzo. piatti per terra. tovaglioli, anche. roba seria. ciotole e ciotoline e un cuscino dalla forma triangolare che sta in piedi. ci posso mettere il culo, staro' sicuramente piu' comodo. ti piacerebbe. ne' culo ne' piedi. puoi solo appoggiartici(-vi -li -mi) con un braccio una volta messe le gambe a giovincella della colazione sull'erba e esserti reclinato su un fianco. ma ecco che arriva il brodetto insapore.

e qui vi lascio.
a domani (forse),
michael


3 comments:

MEO said...

scrivi alla grande.. ma un paio di errori falli altrimenti non capisco una mazza..
ciao buco!

MEO said...

ma le foto??????

cizuti said...

grande il meo in carrozza.
come va la riabilitazione?

cerchero' di mettere qualche errore qua e la'. e poi si fa a chi lo trova prima fra di voi.

le foto le volevo mettere proprio stasera (qui son le 22 e 10) ma l'iPod dove l'avevo fistiate mi ha tradito. perche' non si ritirano fuori senza iTunes. credo. non so.

lo scopriro'.

edo, i paesaggi. mi pare giusto. ne parlero' senza ritegno. e c'ho un paio di foto di corredo (giusto un paio, perche' io con la macchina digitale faccio come convalle di quarrata, scatto una foto a evento - c'ha una macchina digitale costera' 40.000 euri e scatta 8 mega di roba a servizio fotografico; un mito).

a presto,
m