Sunday, January 22, 2006

RVC - Capitolo 1, Parte III: Chiangrai e' un bijoux. O quasi.

Quando la barca lunga attracca a Chiangrai sono circa le 4 del pomeriggio.
Si ripresenta il compito di sempre: cercare una guest house.
Chris ha ricevuto un consiglio da un amico francese che abita nella sua stessa guest house a Chiangmai (dove facciamo il corso; i nomi sono simili, non vi confondete). L'amico francese, che per comodita' chiameremo Ivan, ha suggerito di andare alla Lek House.
Appena scesi dalla barca ci danno due volantini, uno e' per Lek House. C'e' anche una mappa per raggiungerla. Andiamo li'.
Partiamo ovviamente a piedi. Lek House sulla mappa non sembra troppo lontana dal fiume.
Lo e'. Esattamente dalla parte opposta della citta'. Camminiamo chiedendo indicazioni per un'ora buona.
Poi, infine, eccola la'. Sulla sponda di un piccolo canale, giallo fango ma pulsante di pesci grossotti. Immersa in alberi e cespugli tropicali. Pensione di artisti e turisti.
Ci sistemiamo. La nostra stanza non e' poi troppo male (certo dipende dai gusti).
Partiamo subito per una breve ricognizione della citta'. Percorsa una via lunga e larga arriviamo a quello che riteniamo essere il centro. Mercato ortofrutticolo lungo le stradine, un mucchio di gente. Banchi e banchini che arrostiscono, cuociono, offrono cibo. Il solito, ovunque. Negozi di ogni tipo che vendono tutti le stesse cose: dalle radioline, a tutto il fritto possibile, alle creme per sbiancare la pelle; questa la varieta'.
I negozi in thailandia, mi ripeto, non seguono categorie merceologiche; vendono di tutto un po', quello che capita, quello che serve, quello che trovano. Una casa aperta sulla strada, con un frigo di bibite e due pacchi di roba fritta, e' un bar. Un locale con porte a vetri sulla strada, due materassini e un sorriso, e' un centro massaggi. Ma puo' anche vendervi un te', una gita sulle colline, un gelato alla papaia, e affittarvi uno scooter. In pratica, riassumo, in thailandia non distinguono i negozi per categoria, solo per taglia. Hai 3 metri quadri? Vendi 20 oggetti diversi. Hai 30 metri quadri? Vendi i soliti 20 oggetti piu’ altri 100.
Tornando alle strade del centro di Chiangrai. Vagolando arriviamo a un tempio in stile buddista cinese; ci soffermiamo ammirati davanti a un budda ciccione dorato con orecchini da un quintale e un ombelico forato grosso come un pallone; chissa' perche' forato.
Poi ripercorriamo i nostri passi all'indietro tornando allo stradone a due corsie che congiunge Lek House con il centro. Deviamo verso strade secondarie e ci imbattiamo nella zona dei bar per turisti, ma non troviamo alcun ristorante che faccia al caso nostro. E allora via, verso casa.
Mangiamo vicino alla guest house in uno posto strano e piccolissimo dove per intercessione di una cliente che parla un po' d'inglese riusciamo a spiegare alla ristoratrice cio' che vogliamo. Posto strano dicevo perche' sulla strada ha un grande cartello (con disegno di maialino danzante) che ne segnala la presenza; poi, una volta addentratisi nell'aia, si rivela essere un piccolo posto adiacente a un'abitazione, con un bancone dove preparano snack per studenti della vicina scuola pubblica. La palestra della scuola e' proprio a due passi e poco dopo il nostro arrivo due o tre gruppi di sportivi post-sport si fanno vivi per la cena.
Digressione: termini come cena o pranzo o prima colazione, per i thai, non hanno alcun senso. Qui l'unica regola e' che mangi quando hai fame. Bello, sembrerebbe. Ma il corollario immediato e' che trovi cibo sempre, ovunque, e quantunque. Giri per le strade di un qualsiasi posto, Bangkok cosi’ come il piu’ sperduto villaggio di cento anime, e dalle 7 di mattina alle 11 di sera sei costantemente immerso in odori di frittura, rosolatura, bollitura, arrostimento, cottura al vapore. Insomma, non so. Alla lunga, puo' stancare.
Tornando al bancone ristorante. Lo snack piu' in voga e' una fetta di pane (tipo pane in cassetta), tagliata molto alta, immersa nell'uovo sbattuto, cotta nel wok con un po' d'olio, condita con burro, latte condensato e zucchero a pioggia. Aaahm.
Alla fine mangiamo ancora riso saltato con verdure, ma stavolta anche il riso e' saltato insieme alle verdure e quindi, come spesso succede, te lo servono nel centro del piatto in forma di collinetta cilindrica (forma a stampo fatta con la scodella di riso). Quando e' arte, e' arte.
Te' e a letto.
Il giorno dopo, di buon mattino, chiamiamo al telefono Del, nostro compagno di corso di 49 anni, originario dell'Essex, che vive da qualche anno a Chiangrai, con moglie thai e bimbo di 6 mesi. Ci eravamo messi d'accordo per fare un saluto, una volta giunti a Chiangrai.
Del e' (era) un muratore diviso tra il lavoro, i viaggi in Asia e l'alpinismo. Ha provato a lavorare come muratore anche qui in Thailandia, ma con scarso successo, considerata la misera paga di un lavoratore thai medio. Poi, piu' recentemente, ha tentato, qua a Chiangrai, il business dei tour organizzati (rafting, trekking, etc), ma con grande difficolta', non essendo Chiangrai meta di molti turisti, e, se pure vi giungono, arrivano qui con un tour gia' fissato da agenzie nel resto del paese. Infine, ha deciso di provare la carta dell'insegnamento dell'inglese, facendo il pendolare tra C-rai e C-mai per fare il corso.
Del dice che ci raggiungera' alla guest house verso le 2. Propone di andare a bere/mangiare qualcosa alla Chiangrai Beach.
Il figlio di Del si chiama Johnny, e quando il trio arriva alla guest house, tutte le donne li' presenti si litigano il bimbo. La moglie di Del va alla ricerca di un taxi per portarci a destinazione. Johnny rimane in braccio a due sconosciute.
In Thailandia pare che i bambini siano figli un po' di tutti. La famiglia e' molto ampia. Gli abitanti di un distretto si conoscono tutti e formano una grande famiglia. Ognuno ha tante mamme, tante zie, tanti figli. Interessante. Non e' affatto raro che uno o piu' figli vengano passati da una madre alla propria sorella o al proprio fratello, perche' questi ultimi possono meglio provvedere per la prole (magari vivono in citta' invece che in campagna o collina), oppure perche' non possono avere figli loro. Ben, altro inglese nostro compagno di corso, e Fai, sua giovane moglie thai, hanno una figlia di 9 anni che sta con loro ma e' in realta' figlia della sorella di Fai, che non poteva mantenere la figlia. Gary, australiano che ci ha accompagnato sull'isola dove siamo tuttora, e la moglie Juan (nessuna certezza sul nome) hanno due figli maschi, 13 e 9, che sono in realta' figli della sorella di Juan, ma passati a lei perche' questa non puo' piu' avere figli.
Trovato il taxi, 20 minuti di strada, eccoci alla Chiangrai Beach. Ovviamente lungo il fiume. Non c'e' mare quassu'. Tutta una serie di capannucce tipo mini mini bungalow aperti su tutti i lati. Si susseguono lungo la sponda del fiume. Sotto i tetti: un tavolino basso, stuoie, cuscini a cuneo (per appoggiarsi col gomito, ricordate; niente sedersi sul cuscino), ci sediamo e ordiniamo da bere. C'e' una gentile brezza. C'e' ombra. I picchi alti e coperti di tropico davanti a noi. Piacevole pomeriggio a fare due chiacchiere.
La sera, salutata coppia e bambino, andiamo a fare una visita al Night Bazaar locale. Molto meno caotico, molto piu' piccolo, venditori molto meno insistenti, di quello di C-mai. Dopo cena, Cat Bar segnalatoci da Del, dove il proprietario thai di nome Sam (tre denti e un sorriso, grande chitarrista e suonatore di ogni cosa) lascia suonare chiunque per istantanee jam. Ho strimpellato, ma non la sera stessa, il pomeriggio del giorno dopo; sempre meglio se non c'e' nessuno. Pero' c'e' un bel tavolo da biliardo e scrivendo il tuo nome sulla lavagnetta puoi sfidare il vincente senza pagare alcunche'.
Giorno dopo, ripartenza per Chiangmai, di gia'. Con attesa di qualche ora sempre al bar di Sam. Il nostro autobus parte alle 17 e 30.
Arriviamo a C-mai di notte. Domani e' venerdi' e ci aspetta un finesettimana di ripasso e preparazione per il test finale.

fine parte III, fine capitolo 1.

Breve irruzione nel presente.
Sono le 8 e 51 del mattino, qui sull'isola di Koh Phayam.
Credo che andro' a fare colazione, per i thai non ha senso, ma per noi si'.
Domattina andiamo a farci fare il timbro sul visto alla frontiera con Myanmar (la Birmania).

A presto,
michael

2 comments:

Frangipani said...

a parte la miso soup, che a questo punto rimarrà un mistero da risolvere con i cinesi a prato, ti ringrazio per le info sulla scuola.

(ti faccio sapere quando dovrai chiedere i 200 bhat indietro!!)

MEO said...

natalia che significa ilsignoredellafa....?
edo tu mi fai morire.. ma come stai?