Da Bangkok siamo partiti il 17 gennaio per raggiungere una piccola isola un po' piu' a sud, vicino a Ranong. Ranong si trova nella penisola Thailandese nel punto in cui la Birmania finisce e la Thailandia continua. Da Ranong e' possibile raggiungere in traghetto, due volte al giorno, l'isola di Payam (Koh sta per isola).
Siamo qui sull'isola ormai da piu' di 10 giorni. Abbiamo avuto il tempo di cambiare alloggio e trovare il posto ideale, tranquillo e remoto.
Sull'autobus notturno da Bangkok a Ranong.
Ci fermiamo a mezzanotte per la solita sosta. Un po' troppo presto, pero'. Sono passate neanche 3 ore dalla partenza e, come direbbe la cameriera de "La Brace", se non ti _dispiace_, stavo dormendo. Le luci tipo astronave aliena ci scuotono e guidano verso il ristoro. Dopo la visita al bagno, rispondiamo sciaguratamente all'appello della hostess. Ci fa strada verso alcuni tavoli apparecchiati con vivande offerte dalla compagnia degli autobus. Sediamo ad un tavolo con di fronte una signora thai anziana e (forse) la figlia. La hostess riempie le nostre ciotoline con una miscela di riso e brodo. Davanti a noi le thai mangiano allegramente. Ci sono quattro piatti comunardi: quarti di uovo sodo diventati blu, foglie saltate di morning glory (una specie di bieta), strisce di carne, una specie di sauerkraut. Cucchiaio in mano, ci guardiamo in un silenzio interrogativo. Le thai parlettano del nostro rifiuto insensato di un pasto delizioso alla mezzanotte di un brusco risveglio. Sentiamo il riso: non e' brodo. E' acqua calda. Teniamo il fiato. Prendo qualche foglia di morning glory. Mitighera' l'acquoso disgusto del riso. No: e' agliosa e piccante. Le thai, soddisfatte, abbandonano il tavolo delle trattative. Ingoiando la nostra sconfitta, ci alziamo e ci allontaniamo in fretta. Salvo evitare il sentiero di escrementi (trail of shit) che dal posto occupato dall'anziana thai corre diretto diretto alla porta del bus, dove la medesima sta sfregando il piede contro uno scalino. Charming.
Smile Hut.
Si trova su (forse) la piu’ lunga e bianca spiaggia di Koh Payam. Ci sono 32 bungalow, ma se ne vedono molti meno; non abbiamo indagato. Quelli piu’ ricercati sono comunque quelli direttamente sulla spiaggia. A parte la prima notte, abbiamo alloggiato in uno di questi.
Punti a favore di Smile Hut.
La capanna (smettiamola di chiamare bungalow una capanna marcia) e' fatta di bambu’. E fin qui.
Sopra il letto c'e' una comoda zanzariera riponibile. Si apre e fa il suo dovere.
Siamo proprio sulla spiaggia. Ma la spiaggia e' lunga.
Punti a sfavore di Smile Hut.
Il pavimento del bagno e' una lastra di magico cemento. Dove e' stato colato. Il resto e' un'aioula pittoresca di sabbia, conchiglie e buon umore.
La doccia ha un getto che sembra uno che piscia contro voglia.
Non c'e' un granche' d'ombra. Anzi, fa piuttosto caldo. Altro che brezza.
Nel mare di fronte a Smile Hut ci sono delle invisibile creaturine (qualcuno ha detto plancton?) che ti mordono ovunque. Il prurito rimane solo per un po', diciamo fino a quando non esci dall'acqua. Le abbiamo chiamate The Prickly-pricklies.
Soluzione.
Siamo andati in giro a perlustrare altri siti notevole in cui bagnare le nostre membra di giorno e risposarle di notte. Sorpresa: i Prickly-pricklies sono soltanto nello specchio di mare di fronte a Smile Hut.
In un resort che si chiama Contact, per un prezzo minore ci danno una capanna in legno con bagno e muratura e piastrelle. siamo su una collinetta che guarda il mare. Tra gli scogli l'acqua e' limpidissima. Nessuno morde. C'e' sempre ombra e fresco. E la doccia ha un getto portentoso.
Certo c'e' da pensarci.
Ci pensiamo.
E il mattino dopo l'operazione cambio capanna viene condotta in modo efficiente, indolore e subitaneo.
Adesso si'.
Vendita.
I negozi di Koh Payam si contano sulle dita di una mano. Quasi tutto cio' che vendono viene in traghetto da Ranong. I prezzi, quindi, sono decisi secondo la celebre Formula Chalet: fai tutto il triplo del mondo normale. Ovviamente il triplo del mondo normale thai e' sempre abbastanza conveniente per gli standard occidentali.
Elettricita', bene prezioso.
Anche qui a Contact, come in tutti gli altri resort dell'isola, il generatore funziona dalle 6 e 30 del pomeriggio alle 10 e 30 di sera. Dopo, il buio piu' totale. Su tutta l'isola.
Quindi ricaricare ogni apparato elettrico e' un gioco che richiede strategia, flessibilita' e capacita' d'improvvisazione.
Una macchina fotografica, un telefonino ed un computer. Vanno fatti girare in una giostra continua e senza fallo.
Resta il fatto che, alle 10 e 30 si deve dormire.
Io al massimo dormo 6 ore a notte. E dalle 10 e 30 si arriva pari pari alle 4 e 30 del mattino. Poi, la noia.
Il sonno di Shanti, invece, si espande ad assorbire tutto il tempo disponibile. Come una spugna insaziabile d'acqua.
Alle 7 del mattino getto la spugna (e non Shanti). E mi metto a scrivere queste chilometriche righe. Almeno finche' la scritta non appare. "Batteria scarica". E tutto passa al mattino dopo.
Oggi, lunedi' 30 gennaio, lasciamo Koh Payam, per tornare alla ridente calda e umidissima Bangkok.
Arriveremo a destinazione martedi' mattina, sul presto.
Baci e alla prossima,
Michael
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3 comments:
anche io scrivo perché il sonno non fa il suo dovere. sono le 3.34 e sono quì a leggere le tue storie.
difficilmente arrivo in fondo ad i tuoi lunghi post, ma oggi ce l'ho fatta.
buon viaggio di ritorno.
ps.. il meo vuole la fottuta maglietta tailandese..
IMPORTANTISSIMO.
caro stè sono o non sono il meo stilista?
MARTEDì HO CONSEGNATO LA TESINA LA MITICOMECACCI... SE VA BENE MI PRESENTO CON LA MAGLIETTA TAI.
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