Andiamo prendendo il bus locale. si parte dalla stazione White Elephant (in thai qualcosa tipo Chang Po… chang vuol dire elefante, infatti una delle due birre tailandesi piu' diffuse e' la birra Chang con due elefanti nel marchio; l'altra e' la birra Singha, il marchio e' l'immagine vecchio stile di un leone, molto bello). Per andare alla stazione da casa nostra prendiamo un Song Tao (lo spelling e' dubbio ma rende l'idea).
Un song tao e' una sorta di pickup rosso che ha sul cassone coperto due lunghi sedili su cui siedono i passeggeri. E' una specie di taxi condiviso. Ne fermi uno sul bordo della strada, dici al guidatore dove vuoi andare e poi monti dietro. Una volta arrivato paghi 15 o 20 baht (30 o 40 centesimi di euro) a seconda della lunghezza del percorso. Non parlare del prezzo prima di partire perche' altrimenti, essendo tu un farang, il tassista di chiede irrimediabilmente molto di piu', tipo 60, 80 o anche 100 baht.
Piccola parentesi dentro la parentesi song tao. Un farang e' uno straniero. La parola deriva dal modo in cui i tailandesi traslitterano la parola "français": ovvero "farangse'. Da questa farang o falang, a seconda del modo di pronunciare o meno la r. in pratica, per i thai, tutti gli stranieri sono francesi.
Passo indietro. Qualche giorno prima di partire per Thaton e Chiangrai abbiamo lasciato il nostro vecchio appartamento, dove siamo stati per un mese. Non potevamo rimanere di piu' perche' accettavano solo soggiorni di 30 giorni o multipli di 30. quando arriviamo a fare il checkout ci presentano un conto in cui hanno aggiunto all'ultimo momento 200 baht per le pulizie della stanza, perche', dice la donna alla reception, abbiamo trovato la stanza pulita e cosi' la devono trovare anche i prossimi ospiti. Si, d'accordo, ma che senso ha dirci dei 200 baht solo all'ultimo momento? Non e' per i soldi, sono 4 euro. E' per la stranezza. Il prezzo dell'appartamento era 4500 baht per un mese piu' le spese di acqua ed elettricita'. Non potevano dire 4700 tutto compreso, invece di aggiungere 200 alla fine. E poi loro hanno in mano una caparra che equivale a un mese di affitto; se diciamo di non voler pagare per le pulizie, loro le deducono dalla caparra e stiamo a posto. Boh. Sara' all'uso tailandese. Dormiamo coi pesci.
Lasciato l'appartamento il 29 di dicembre, abbiamo trovato posto in una guest house chiamata Eagle House. E' uno di questi posti immerso nelle piante, tipo jungla metropolitana. Tavolini fuori dove gente di 20 nazionalita' diverse (ma poi sono tutti tedeschi) sorbisce caffe' e te' senza soluzione di continuita' e aspetta di partire per questo e quell'altro tour prenotato tramite la guest house.
Parentesi di nuovo. A chiangmai tutte le attivita' commerciali offrono almeno i seguenti tre servizi:
1. ristorazione (di vario tipo e di vari livelli),
2. tour organizzati per visitare i punti notevoli della regione: templi, altri templi, le tribu' della collina, la tribu' delle donne dal collo lungo, degli uomini dal naso grosso, altri templi piu' lontani, ruscelli e ruscelletti dove fare rafting (safety last) e robe del genere.
3. massaggi o internet cafe, a scelta.
Oltre a questo ovviamente tutte le guest house ti posso raccomandare al fratello, alla cugina, alla sorella, alla zia e alla nonna per altri mille servizi, dal noleggio di uno scooter, all'acquisto di gioielli, argento, oro, seta e quant'altro. Pratica abbastanza diffusa e perlomeno poco chiara, visti i legami di parentela tra thai: sono tutti una grande famiglia e puoi chiamare mamma o sorella maggiore una qualunque donna solo perche' ti supera in eta' di qualche anno.
Tornando alla jungla. La sera in cui arriviamo per vedere la stanza sono le 8. e' tardi per i thai. Non c'e' piu' nessuno dello "staff" alla Eagle House. Solo un ragazzetto con i capelli un po' lunghi e le movenze da futuro ladyboy che non parla inglese o quasi e per darci la stanza telefona alla donna che gestisce il posto. Lei parla inglese. Ci danno una stanza. Con tre letti singoli. Se non fosse che ne vorremmo uno solo e doppio. Ma tant'e'. Alla Eagle House trascorriamo gli ultimi 4 o 5 giorni di corso prima della pausa di una settimana in cui andremo fuori citta'. E rieccoci giunti all'era dell'elefante bianco. Il bus locale che ci portera' a Thaton in "sole" tre ore e mezzo e' un catorcio. O meglio, va. Ma e' tanto vecchio. Come molti mezzi di trasporto in thailandia. Qui le macchine durano secoli. Non perdono mai valore. E le riparano in 5 minuti. Si rompono, e loro le rimettono in strada. Fanno un po' piu' rumore, inquinano (ancora un po' di piu'), sono sgarrupate all'impossibile. Ma le rimettono in strada.
piccolo salto nel futuro: ieri eravamo su un autobus a Bangkok e ad un certo punto, dopo una fermata, la porta centrale non si chiudeva. tutto si e' fermato e le luci si sono spente, l'autista ha tirato via tutto il frontale del cruscotto. Ha aggeggiato un po' con i fili sottostanti. dopo 2 minuti ha rimesso tutto a posto. le luci si sono riaccese. La porta si e' richiusa. E siamo ripartiti come se niente fosse.
Torniamo sul bus per Thaton. Sedili dallo schienale altissimo. Non si vede la strada. Siamo seduti in due su un sedile che in realta' vorrebbe ospitare 3 persone. Per fortuna nessuno si unisce a noi. Ma il padre di shanti siede con due donne, una delle quali ha in collo un bambino. La strada e' tutta un saliscendi e per gran parte tutta curve. Specialmente verso la fine del viaggio, che sembra non arrivare mai. Decidiamo a un certo punto di mantenere il silenzio e concentrarci sulla strada perche' altrimenti vomitiamo in blocco. Accanto ad ogni sedile ci sono appesi dei sacchetti di plastica trasparente. Si'. Sono per vomitare. O sputare. (sputare in thailandia e' costume diffusissimo, ed e' ancora meglio se la pratica e' annunciata da grandi rumori di preparazione del colpo in canna: delizioso. Soprattutto quando siete a tavola. Le strade, poi, sono decorate da sputi piu' o meno recenti. Fine parentesi bleah). Ce la facciamo ad arrivare senza problemi. Thaton e' un ponte su un fiume e poche case baracche negozi lungo una strada, ai piedi di una catena di monti. Al di la' dei monti sta Myanmar (la Birmania). Il fiume che vediamo proviene appunto dalla Birmania e scorre verso la citta' di Chiangrai, e poi ancora avanti, fino al Laos. Sono le una e mezza a Thaton. Domani prendiamo la barca per Chiangrai.
Ma adesso bisogna mangiare… e poi che facciamo fino a domani in questo
posto?
Fine parte I, vado a fare un bagno.
michael
4 comments:
farang è assonante con "ferenghi" di trekkiana memoria...ci vedono così da quelle parti?
luca: ma il tuo blog lo guardi?
non mi cachi?
o sto sbagliando persona?
ciao mic, ciao stè
ciao gente,
rispondendo a stefano, noi adesso siamo sull'isoletta di Koh Phayam, di cui vi ho parlato due post fa. non ci muoviamo da qui, per almeno 6 o 7 giorni. nel frattempo, ho modo di ricapitolare cio' che e' avvenuto precedentemente. ed e' quello che trovate nei post giornalieri sotto il nome di RECUPERO VIAGGI PRECEDENTI.
andro' in ordine rigorosamente cronologico fino ad arrivare al nostro viaggio su quest'isola.
spero sia adesso tutto chiaro.
baci a tutti,
michael e anche shanti, che prende troppo sole :-) si brucera'. anche se lei dice di no.
ma secondo me si brucia.
vedremo.
ribaci.
ps. larger than life era veramente la colonna sonora. era "on" al momento del post, nell'internet cafe in cui scrivo.
pps. bello l'accostamento con i ferenghi. direi che si', e= appropriato.
ppps. per meo. grandi auguri di compleanno in mega ritardo. ti riportero' un regalo, promesso. credo che tu stia sbagliando luca. credo che il luca che cerchi. vada qui sotto il nome di jackie. a presto.
allora scusa luca, chiunque tu sia.
per mic.il regalo lo aspetto con anzia, ed anche il tuo ritorno anche se mi immagino servirà solo per organizzare il prossimo viaggio/sosta, ma mi va di rivedere te e shanti.
baci
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