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lo so. lo so. non ne parliamo. sono stato inattivo per un sacco di tempo. come capirete, con l'arrivo del corso di design c'è stato bisogno di un periodo di riassestamento. gli impegni si sono fatti più numerosi. le ore spese davanti a un iMac nell'aula della scuola si sono avvicendate una dopo l'altra, senza proverbiale soluzione di continuità. ergo, non ho potuto più scrivere ogni giorno con la solita prontezza e sicumera. ho provato, un paio di volte a mettermi davanti a la pagina bianca del blog, ma niente risultati.
cosa comporta questo? beh, innanzitutto un maggior numero di eventi, cose e cosette che non ho potuto buttare pixel neri su pixel bianchi. poi un necessario ripensamento dei miei tempi organizzativi. al fin, ho escogitato il seguente piano d'azione: visto che ogni giorno (o quasi) sarò davanti a un computer connesso velocemente alla rete, potrei scrivere due o tre righe lampo durante il descanso (la ricreazione, l'intervallo, the recess, comunque vogliate chiamarli, sono quei 30 minuti che ci danno ogni giorno verso le 11 della mattina). vi sembra un piano ragionevole.
certo, rispettarlo, poi, sarà tutt'altro paio di maniche.
cutting to the chase. il corso (come serie di lezioni, non come nativo della Corsica) è iniziato il giorno 24 di ottobre. siamo arrivati, ci hanno fatto firmare il registro delle presenze (dobbiamo farlo ogni mattina altrimenti non ci contano le presenze e alla fine non ci danno il diploma). siamo stati ad aspettare mentre ci scambiavamo qualche parola e molte occhiate tipo: chi sei? dove siamo capitati? chi siamo? dov'è il bagno? oggi il cielo è così terso che da Madrid, se metti i piedi su una sedia, si vede il mare. insomma, occhiate d'ogni tipo.
i coordinatori, insegnanti, magnati, presidenti, presentatori, rappresentanti della scuola sono arrivati. ci hanno fatti sedere in un'aula. si dia inizio alla presentazione del master. il capo (credo sia il presidente o un titolo similare, insomma il mostro di fine livello) ci ha introdotti alle meraviglie di Tracor (così si chiama la scuola, tra parentesi hanno un logo orribile; tutti i medici fumano). ha snocciolato un rosario di informazioni sul da farsi e sul da dirsi. ha presentato i vari collaboratori che stavano in riga al suo fianco (non che fosse una scena militaresca, dico in riga perché era obiettivamente più una riga che una fila e, in questi casi si dice riga, o no?). infine ha detto: ma perché non facciamo un bel gioco così che vi possiate presentare anche voi e conoscere un poco.
che zuzzurellone.
il gioco, manco a dirlo, era di passarsi la parola l'un altro dicendo prima il nome di tutti quelli che si erano presentati prima di te e poi il tuo e un paio di cose su di te. ovviamente la prima persona avrebbe avuto solo da dire il proprio nome. ma l'ultima?
ero quasi alla fine della successione di presentazione, ma a quel punto i nomi prima del mio erano stati ripetuti così tante volte che ricordarli non era poi molto difficile.
finito il gioco, captate alcune info chiave dei miei futuri compagni, provenienti da un po' tutta la Spagna, ci sono stati alcuni convenevoli introduttivi anche del direttore (il tipo con cui feci il colloquio d'ammisione a suo tempo, tale Luis). infine siamo rimasti soli con il professore che ci avrebbe fatto lezione per la prima mattinata. lezione di Fundamentos del Diseño. il prof si chiama Juan. ha un'agenzia creativa. sembra non male. abbiamo parlato del disegno grafico in generale, cercandone una sua definizione. lezione interessante. ci ha anche dato subito un compito per la lezione successiva (ovvero quella di martedì scorso, due giorni fa). si trattava di fare un graffito (ma in italiano si dice graffiti anche al plurale? mi sorge il dubbio). imitarne i caratteri stilistici, le ragioni, l'intento, l'opportunità. insomma studiarsi il mondo dei graffiti e trarne un qualcosa di personale. chiaramente questo ha comportato guardarmi Style Wars, documentario sulla scena newyorkese del 1982 e cominciare a vedere Bomb the System (2002) per poi abbandonarlo con noia dopo 20 minuti, un drammone veramente troppo prevedibile.
il risultato è un disegno che non posso mostrarvi, visto che se l'è poi preso il prof; e non ne ho una copia. comunque si trattava di una scritta CIZUTI in stile graffitaro con qualche personaggio decorativo tutto intorno.
il giorno successivo, giovedì 25, abbiamo avuto lezione di informatica del tipo: questo è un disco fisso, questa una scheda grafica, per passare da windows a mac tenere premuto il tasto ALT all'accensione. et similia. il prof era Oscar: il factotum informatico della scuola. il suo nome verrà pronunciato invano più di sei volte prima della fine dell'anno. praticamente un ubiquo solutore di problemi. un Mr Wolf geeky-style.
come già detto, lavoriamo su iMac, uno per ciascuno. tutti con sia XP che OS X. ma solitamente dobbiamo usare OS X. cosa che non mi dispiace affatto. a proposito, da qualche parte nel mondo stanno assemblando il mio prossimo MacBook. restiamo in attesa della venuta del signor corriere che me lo consegnerà suonando generosamente alla porta spagnola del mio condominio.
il venerdì seguente è stata la volta della classe di Creatividad. praticamente impariamo a far parte di un duo creativo (art director e copy writer). per il 19 dobbiamo fare un'intera campagna per Medici Senza Frontiere. ma non vi pare un po' affrettato? lavoreremo in gruppi di 3. ciascun gruppo dovra prima scegliersi un nome e progettare il relativo logosimbolo.
il mio gruppo. lavoro in compagnia di Isabel (25, Madrid) e Beatriz (48, Madrid). ci siamo, da poco, dati il nome di "spiral creativos" (tutto minuscolo). inutile dire che il nostro simbolo è una... ? esatto.
domattina (venerdì) facciamo ponte. ma vado a scuola comunque. è aperta e ci possiamo trovare con il gruppo per continuare il lavoro sul logo e cominciare un po' quello sulla campagna.
ieri notte mi sono svegliato a causa della luce accesa e di rumori provenienti dal bagno. ho realizzato che shanti aveva già da un po' iniziato il suo processo di preparazione mattutina in vista della giornata lavorativa. ho pensato: come passa il tempo quando si dorme. saranno quasi le 7. shanti di solito parte alle 7 del mattino. guardo l'orologio sul cellulare: sono le 3 e un quarto. esco riluttante dal letto e mando il cuore in gola a shanti che, intenta a versare cereali in una tazza, non pensava di vedermi apparire all'improvviso. le dico, cazzo fai in cucina? vieni a letto, sono le 3 e un quarto.
ora, dico, ma si può?
dice che aveva sognato che era l'ora di alzarsi.
non avendo visto alcun locale di pizza hut in giro per madrid ero giunto ad un'affrettata conclusione sulla base di un semplice e comune processo d'induzione: a madrid non ci sono pizza hut. come testimonia google maps, mi sbagliavo. ce ne sono un fottio.
ieri sera abbiamo pensato di verificare. siamo andati alla filiale più vicina a casa nostra. appena arrivati sono tornate alla mente le immagini del punto pizza hut nella periferia di Bangkok. un buco con un bancone e funzioni di solo take away.
quello che ci siamo trovati davanti era principalmente un take away, ma con alcuni tavoli per i clienti più affezionati. l'ambiente è forse un po' più fatiscente del buco tailandese. ordiniamo. gli addetti sono, manco a dirlo, tutti sudamericani; come sovente in questo tipo di lavori a Madrid. ci danno posate di plastica e bicchieri di plastica. un tagliere (di plastica) sopporta la nostra pizza con mais, olive nere e pepperoni. nessun errore ortografico: shanti pensa in italiano e leggendo pepperoni sul menù crede di mangiarsi un po' di verdi peperoni. invece, grazie a cristoforo colombo, bontà sua, qualcuno nel mondo ha deciso che pepperoni vuol dire salamino e quindi ci tocca l'informe maiale insaccato a sottili rondelle sulla pizza oliosa di pizza hut.
note positive? dentro il locale c'è la radio sintonizzata su una partita con soliti cronisti iberici che urlano per 34 secondi ogni goal, quasi-goal, palo, traversa, fallo, controllo di palla azzardato, etc.
ah, il telefono delle ordinazioni casalinghe squilla di continuo in ultrasuoni molesti.
ci torneremo.
i contatti di questo blog sono aumentati sensibilmenti in questi giorni di mia assenza. forse dovrei continuare a non scrivere? in particolare ho avuto un centinaio di visite da Wembley (London). ci dev'essere un errore. senza considerare altri posti impensabili (uno di questi è Sapporo, Japan). mi chiedo e domando chi mai sia questa gente. bene così.
baci a tutti indistintamente.
ps. constato la vittoria del Prisoner of Azkaban. beh, che dobbiamo fare. accettiamo la votazione. in effetti il libro non era male: prima apertura sull'oscuro universo che ci avrebbe atteso nei seguenti capitoli. grazie a tutti per l'espressione del vostro voto; spero che non abbiate votato due volte...
pps. il fumo in Spagna non e' ancora passato di moda. stranezze.
ppps. visto che l'ho praticamente finito e ho bisogno di un po' di beta-testing, qualcuno mi da un parere sul seguente sito:
http://www.icafferitrovati.it/. grazie.
oggi ho scritto ascoltando:
The Strokes - 2007 - First Impressions of Earth
Albert Hammond Jr. - 2006 - Yours to Keep